Il Ramayana è un’epopea a carattere eroico, di struttura più omogenea del Mahabharata.
Il poema è composto da ventiquattromila strofe suddivise in sette libri, di cui il primo e l’ultimo sarebbero delle interpolazione posteriori. Il nucleo centrale dell’opera (libri II-VI) sembrerebbe per omogeneità di stile e coerenza di contenuto appartenere a un unico autore, che la tradizione ha da sempre riconosciuto nel saggio Rishi Valmiki.
La sua composizione risalirebbe al I-II secolo d.C., e quindi posteriore alla redazione del Mahabharata, ma il materiale storico-mitico della vicenda, gli aneddoti popolari e religiosi trasmessi dai bardi per generazioni, appartengono da sempre alla cultura e all’anima del popolo indiano. Lo stile di Valmiki, elegante e raffinato, fa situare questo poema nell’ambiente delle corti e anticipa i componimenti a scopo celebrativo dell’epoca classica, i cosiddetti Kavya, di cui l’autore più famoso sarà Kalidasa.
L’eroe su cui si incentra il poema è Rama, modello di tutte le virtù, incarnazione di Vishnu, campione del Dharma. Anch’egli, al pari di Krishna, si incarna per ristabilire la giustizia e l’ordine del mondo. Il Dharma è il tema centrale del componimento, analizzato nella tensione che sorge tra Dharma scritto e Dharma non scritto e, in alcuni casi, tra Dharma e Moksha. Valmiki nel descrivere Rama ne esalta le virtù sociali e domestiche, in antitesi con gli ideali ascetico – monastici di Buddhisti e Jaina. Infatti i doveri tradizionali, tra cui quelli di casta, sono considerati assai importanti.
In Ayodhya, capitale del regno di Rama, il cui significato è ‘impenetrabile’, non c’è mescolanza di caste e tutto viene fatto in accordo con le regole castali.
Rama è rappresentato molto obbediente verso l’ingiunzione paterna che gli prescrive l’esilio, dicendo che questo va incontro al suo desiderio, ma è conscio così di andare contro un altro dovere importante, quello che prescrive la successione al trono per il figlio maggiore, argomento spesso richiamato dal fratello Bharata per indurlo a ritornare a casa.
Questo conflitto tra dovere scritto e dovere non scritto, come abbiamo precedentemente accennato, è il tema centrale di tutto il Ramayana, che può essere giustamente considerato come un manuale del dovere. Esso pone le basi per il futuro sviluppo dell’amore verso Dio.