Tesi per il diploma di Insegnante di Hatha Yoga, anno 2012, di Annabella Galleni che ringraziamo per averci concesso la possibilità di pubblicare questa ricerca.
“L’uomo è debole perché dipende solo dal suo intelletto e dalle informazioni dei sensi. Ma, una volta aperte le porte alla mente più profonda – e riposate in yoga nidra – vi troverete alle radici della creatività. Nella mitologia induista il simbolo di yoga nidra è il Signore Narayana che riposa su un oceano di latte. Egli è sdraiato su un grande serpente con molte teste e la bellissima Lakshmi gli massaggia i piedi. Dal suo ombelico emerge un fiore di loto sul cui pericarpo si trova seduto il Signore Brahma, simbolo dell’inconscio. Ciò significa che in yoga nidra si manifesta il vostro inconscio. Il Signore Narayana si riposa, la vostra coperta è il serpente ed il pavimento è l’oceano di latte”
Swami Satyananda Saraswati
«La tête travaille en harmonie avec les membres. Bien sûr, la tête doit prendre des décisions mais auparavant elle doit consulter les autres parties et alors seulement prendre une décision finale»
«Votre propre moi est votre seule et meilleure divinité».
Swami Prajnanpad
“Il raccoglimento ha luogo quando i sensi, sganciandosi dagli oggetti loro propri, si conformano per così dire alla mente”
“Quando la mente si ritrae dall’esperienza empirica per contemplare il puro riflesso del principio cosciente, i sensi cessano dalla loro funzione di tramiti di comunicazione con l’esterno imitando in qualche modo l’introversione del pensiero: in qualche modo, perché i sensi sono esclusivamente “combattenti degli oggetti” (Maniprabhā), inetti alla conoscenza introspettiva”
Patanjali
“Quando la coscienza è vincolata all’attività sensoriale, la sua capacità di ricezione rispetto all’interiorità e alla dimensione spirituale diminuisce, c’è molta dispersione e le elevate frequenze mentali creano disturbo; diversamente, disinserendo momentaneamente l’attività dei sensi e riportandone l’energia alla percezione interiore, all’occhio mentale, la coscienza può espandersi senza incontrare ostacoli, ritrovando una condizione di unità” Maurizio Morelli
“Le immagini mi vengono come in un sogno”.
V. Van Gogh
E’ uno stato in cui la percezione non dipende dai sensi né dalle reazioni attivate dalla memoria; la percezione è nutrita da un altro aspetto dell’intelligenza attivo solo in una condizione di completa pace. In questa pace, le informazioni non cessano, solo non vengono elaborate come di consueto. Si ‘sa’ in un modo insolito: l’informazione è ricca eppure libera dalle categorie normalmente adottate. Si sa senza sapere”
Renata Angelini e Moiz Palaci
Cos’è lo Yoga Nidra in breve
Lo Yoga Nidra è una pratica di derivazione tantrica (Tantrismo del V sec. D.C., Mahanirvana Tantra, lo Yoga tantrico della Grande Liberazione1) . Il termine viene generalmente tradotto con yoga del sonno, ma non di sonno nel senso tradizionale si tratta (dato che una delle regole fondamentali di questa pratica consiste nel mantenere lo stato di veglia), semmai di uno stato di sonno dinamico, conscio, psichico, definito talvolta stato ipnagogico o ipnayogico.
E’ una pratica estremamente efficace ai fini del rilassamento profondo, tuttavia spesso poco utilizzata nel corso di una classica lezione di yoga.
E’ un metodo per condurre ad un completo rilassamento fisico2, mentale ed emozionale, dato che favorisce lo scioglimento delle tensioni muscolari, frutto di squilibri dei sistemi nervoso ed endocrino, quelle a carico del mentale, causate da un’eccessiva tendenza al turbinio dei pensieri e alla cattiva qualità degli stessi, e quelle a livello della struttura emozionale, che nascono dalla comune tendenza ad interpretare il reale attraverso concetti che esprimono dualismo e contrapposizione (amore/odio, felicità/infelicità, ecc.).
Volendo citare Patanjali diremmo che Yoga Nidra è una forma di Raja Yoga e di Pratyahara (ritiro dei sensi) che può condurre a uno stato meditativo. Non è concentrazione. Durante lo Yoga Nidra si perde il contatto con il proprio corpo fisico (nessun messaggio passa attraverso gli organi motori), la mente rimane cosciente, ma diviene gradualmente unidirezionale e opera solo attraverso un canale sensoriale (quello auditivo). Con lo Yoga Nidra non entriamo in uno stato profondo di Pratyahara, ma rimaniamo in una linea di confine tra il piano psichico e quello cosciente, andando a coinvolgere la mente subconscia, deposito dell’ego, delle esperienze karmiche e dei relativi archetipi3 : “Yoga Nidra è una pratica che porta allo stato di esperienza cosciente gli strati profondi della psiche4” .
L’eccezionalità di ciò che si verifica durante la pratica è la possibilità di sfruttare la ricettività e la creatività della nostra mente: in questo stato l’evoluzione avviene da sé, spontaneamente, senza l’intervento (o l’ingombro, se si preferisce) dell’intelletto, evitando in tal modo la creazione di conflitti, mettendoci in contatto con la nostra personalità psichica, responsabile delle nostre azioni e dei nostri pensieri. La mente durante lo Yoga Nidra è assolutamente obbediente. Bisogna solo ascoltare le indicazioni di chi guida la pratica5, affidandosi, abbandonandosi6. In questo modo la mente raggiunge la quarta modalità, quella della mente totale o super-conscia: Turîya7. Il vero significato dei termini liberazione e autorealizzazione risiede proprio in questo processo di illuminazione della mente totale.
Un metodo sistematico – La sequenza
Quello che facciamo durante lo Yoga Nidra è rilassare la mente rilassando il corpo, attraverso un ridirezionamento del Prana.
Lo Yoga Nidra è stato definito un metodo sistematico perché per determinare questo stato di rilassamento è necessario seguire alcune regole: la pratica si deve basare su una sequenza stabilita, che, in una pratica di tipo avanzato, preveda queste fasi:
Preparare il corpo allo Yoga Nidra
Se Yoga Nidra viene proposto al termine di una lezione di Hatha Yoga, il corpo è già predisposto ottimamente alla pratica, che richiede di restare fermi in posizione supina per un tempo abbastanza prolungato, variabile tra i 20 e i 40 minuti. In caso contrario può risultare utile una breve sequenza di esercizi preparatori, adatti a sciogliere eventuali tensioni a livello muscolare e articolare, in modo da rendere l’immobilità più confortevole.
Questa sequenza è un esempio del tipo di esercizi da proporre.
Tre tra questi pratiche, alternandole:
Prepararsi alla pratica
Yoga Nidra si pratica nella posizione di Shavasana8, salvo casi particolari. L’importante è che la colonna vertebrale sia ben allineata e il corpo in una posizione confortevole. Bisogna scegliere un luogo silenzioso, meglio se nella penombra. Alcuni utilizzano ausili al rilassamento, come un sottofondo musicale o bastoncini d’incenso, cosa che personalmente sconsiglio, per evitare distrazioni e aggiungere stimoli che andrebbero a sovrapporsi a quelli suggeriti da chi guida la pratica.
In questa prima fase vengono date indicazioni su cosa sia lo Yoga Nidra e su come sia necessario porsi, come ad esempio: “rimanete immobili per tutta la durata della pratica”, “non dormite ma siate coscienti” (nascita del procedimento del pensiero automatico), “ascoltate attentamente senza analizzare né intellettualizzare”, “predisponetevi alla calma”, “se sopraggiungono pensieri disturbanti non preoccupatevi, non contrastateli, se ne andranno come sono venuti”, etc.9.
Rilassamento
Questa fase è il compimento naturale della precedente. Le indicazioni della guida sottolineano maggiormente la necessità di rilassare il corpo e la mente, ad esempio attraverso l’ascolto di suoni lontani e vicini, la consapevolezza del proprio corpo disteso in Shavasana, la percezione dello spazio tra il corpo e il pavimento, del peso degli indumenti sul corpo e il contatto col proprio respiro spontaneo.
Il Sankalpa
A questo punto l’insegnante chiede agli allievi di ripetere mentalmente, per tre volte, una breve frase – con determinazione e sentimento – relativa ad un proposito di cambiamento: il Sankalpa. Questa risoluzione agirà nella nostra mente subconscia per tutta la durata della pratica, portando i frutti desiderati. “Il Sankalpa (…) ha la funzione di agente del cambiamento; è come un seme e va piantato nel terreno nel momento giusto, quando la mente è più ricettiva e calma. (…) Il Sankalpa dà la direzione alla nostra energia (…)10”.
“La mente, completamente rilassata, è obbediente e può accogliere facilmente impressioni positive, risoluzioni e propositi: questo è il terreno più fertile e favorevole per piantare il seme del cambiamento in senso spirituale, per stabilire propositi che troveranno ineluttabilmente una completa soddisfazione (…)11.
Al termine della pratica di Yoga Nidra verrà richiesto di ripetere il nostro Sankalpa ancora per tre volte.
La rotazione della coscienza lungo il corpo, rilassamento della superficie motosensoriale del cervello
E’ utile spiegare ora la relazione tra Yoga Nidra e cervello12. “(…) i neurochirurghi hanno dimostrato che ogni parte del corpo è precisamente delineata lungo la superficie del giro o piega centrale della corteccia motorio-sensoriale del cervello13” .
Durante la pratica di Yoga Nidra ci si dedica ad una tecnica definita “rotazione della consapevolezza attraverso le aree del corpo”: essa consiste nel citare in sequenza abbastanza velocemente diverse parti del corpo (generalmente si inizia dalla parte destra) chiedendo, a chi ascolta le indicazioni, di visualizzare tali zone. Queste aree corrispondono esattamente a quelle che si trovano sulla corteccia motorio-sensoriale. Aumentando la consapevolezza del corpo si mira a stimolare il cervello, favorire il rilassamento fisico e tonificare il sistema nervoso.
Gli studiosi hanno chiamato questa mappa neurologica del corpo fisico entro la corteccia cerebrale “omuncolo motore”. Muovendo la consapevolezza sul corpo, seguendo una sequenza determinata, si percorrono zone della corteccia limitrofe. Per questo motivo è bene non alterare l’ordine della rotazione della coscienza. “(…) l’omuncolo motore è un piccolo uomo con proporzioni grottesche, con le mani, le dita ed il viso enormemente ingranditi. Egli esiste come un’astrazione neurologica del corpo fisico che opera nell’area della neurotrasmissione e sul flusso cosciente dell’energia elettrica attraverso il sistema nervoso centrale e la rete delle Nadi che forma il corpo pranico. (…) Una volta stabilita la sequenza, dovrebbe rimanere inalterata, poiché induce un flusso di energia pranica entro il circuito neurologico dell’omuncolo motore. Questo flusso è accompagnato da un’esperienza soggettiva di rilassamento, di “lasciar andare” o “liberare”, mentre avviene una spontanea dissociazione della coscienza dai canali moto-sensoriali14” .
Consapevolezza del respiro
Al termine della pratica di rotazione della coscienza sul corpo si chiede di portare la consapevolezza sul proprio respiro spontaneo, senza modificarlo, di visualizzare il passaggio del Prana tra gola e ombelico o verso altre direzioni, di contare inspiro ed espiro, ecc. L’attenzione alla respirazione, oltre a favorire il rilassamento e la concentrazione, risveglia nuove energie superiori dirigendole verso ogni cellula del corpo.
Risvegliare sensazioni ed esperienze
Anche questa pratica deve le sue origini al Tantra.
Il rilassamento profondo si verifica anche grazie al richiamo di sensazioni fisiche ed emozionali che, una volta risvegliate, vengono rielaborate inconsapevolmente e poi abbandonate. Di norma si fa riferimento a sensazioni opposte, per favorire un riequilibrio dei due emisferi cerebrali, dei nostri stimoli basilari e del controllo di funzioni inconsce ed involontarie: freddo/caldo, leggerezza/pesantezza, dolore/gioia, ecc. La rimozione dell’esperienza legata al risveglio di sensazioni favorisce inoltre il rafforzamento della volontà sul piano emozionale. “In tutti i tessuti e le strutture del corpo, vi sono numerosi terminali di nervi sensoriali adatti a rispondere a stimoli precisi, inclusi il tatto, la pressione, il cambio di posizione, la temperatura, il dolore, il piacere e così via. Questi minuscoli organi sensoriali includono i ricettori articolari, i corpuscoli di Pacini, situati sotto la pelle, e i ricettori del dolore e della temperatura che accumulano continuamente informazioni da tutte le parti del corpo, trasmettendole a centri specifici situati in profondità nel cervello. Gli studiosi del cervello sono riusciti a localizzare e ad isolare la maggior parte di questi importanti centri, nella base del cervello. (…). Mentre risvegliamo le sensazioni (…) stiamo stimolando quei centri del cervello responsabili per il mantenimento dell’armonia tra le nostre condizioni interiori ed esteriori. (…). In questo modo Yoga Nidra trasforma progressivamente la nostra totale esperienza della vita sensoriale entro il corpo fisico15” .
La logica di richiamare alla mente esperienze opposte stimola la simultanea attività dei due emisferi opposti del cervello, favorendo la reintegrazione nello stesso circuito neurologico di esperienze e stati di consapevolezza originariamente incompatibili. L’obiettivo è il superamento della sofferenza, del rifiuto e dell’avversione che nascono da una concezione dualistica delle esperienze.
Visualizzazioni
“(…) la tecnica della visualizzazione è una pratica importante per sbloccare i contenuti depositati nella mente inconscia che normalmente si manifesta solamente durante i sogni. Nel Raja Yoga Sutra (1:38) il Rishi Patanjali afferma: “Svapnanidragyanalambanam va” (la mente può essere resa stabile dandole per supporto la conoscenza del sogno e del sonno)16”.
Durante la pratica di Yoga Nidra il sogno viene creato consciamente e in questo modo viene fatto riaffiorare ciò che è contenuto nell’inconscio – esperienze, azioni, impressioni, condizionamenti sociali e religiosi, Karma (correnti, accumulati e destino), Samskara – e nel subconscio, rielaborato e integrato nella coscienza17.
Per fare ciò viene utilizzata una pratica di visualizzazione, di immaginazione guidata attraverso l’uso del simbolo. Ciascuna informazione contenuta è depositata nell’inconscio nella forma del simbolo (Mandala o concetti figurati18) . Di norma non riusciamo ad accedere ai contenuti dell’inconscio, perché la nostra consapevolezza non è in grado di decodificarne i significati. Nel corso della pratica, via via che la mente diviene più ritirata, attraverso l’uso di simboli durante la visualizzazione di immagini scelte con cura e attenzione, l’ego diviene momentaneamente inattivo, emergono schemi e desideri irrazionali, che vengono osservati passivamente, senza condanna o giudizio, e reintegrati nella coscienza. E’ un processo di purificazione dei Samskara e delle nostre memorie represse e di grande creatività, risvegliata dall’emergere dei contenuti dell’inconscio: immagini, forme e intuizioni sono finalmente libere di manifestarsi.
L’uso delle visualizzazioni nello Yoga Nidra ha anche un legame con il risveglio del ‘Guru interiore’, dell’intuizione, del terzo occhio, grazie anche alla stimolazione della ghiandola pituitaria (e della pineale) situata in corrispondenza del centro tra le sopracciglia (Bhrumadhya), in Ajna Chakra (il centro del comando).
Conclusione della pratica
Yoga Nidra termina riportando gradualmente il praticante dallo stato ipnagogico a quello di veglia: si percorre lentamente a ritroso il procedimento seguito per entrare nello stato di rilassamento profondo, riportando la consapevolezza alla realtà circostante, al corpo, ai suoni e in ultimo si compiono dei piccoli movimenti per uscire dolcemente, nel rispetto dei propri ritmi, dall’immobilità.
Si chiude Yoga Nidra sedendosi in una posizione meditativa, se si desidera recitando il mantra OM, godendosi gli effetti rinvigorenti della pratica… pronti a rituffarsi nella frenesia delle nostre vite… più forti e pacificati di prima però!
Schema per una pratica di Yoga Nidra avanzato