Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Bossi Gloria

VISIONE OLISTICA DEL PIEDE

1. Il piede e il suo movimento

Lo scheletro del piede è composto da 26 ossa e si divide in tre parti: tarso, metatarso e falangi.

Il tarso è costituito da 7 ossa, il calcagno, l’astragalo, lo scafoide e cuboide e i 3 cuneiformi

Il metatarso  è costituito dai 5 metatarsi

Le falangi sono 14 e si dividono in falange falangina e falangetta (quest’ultima è la più distale)

Grazie ai talloni l’uomo può stare eretto, i talloni permettono la posizione statica, sorreggono la maggior parte del peso e hanno una funzione stabilizzante. Nello Yoga i talloni sono in relazione con il Mùlàdhàra, mentre le articolazioni, che rendono possibile il movimento, sono collegate al secondo e terzo Chakra.

PIEDE ANATOMIA BOSSI GLORIA

Il piede assolve a vari movimenti:

  • adduzzione (l’avampiede si avvicina all’asse mediale)
  • abduzione (l’avampiede si all ontana dall’asse mediale)
  • supinazione (la parte plantare va verso l’interno)
  • pronazione (la parte plantare va verso l’esterno)
  • estensione (l’avampiede si allontana dall’asse tibiale)
  • flessione (l’avampiede si avvicina all’asse tibiale)

Il movimento parte dal basso e si sviluppa dalla terra ai piedi, dai piedi al corpo e così distribuendosi dona forza e stabilità, se venisse omesso il movimento del piede, il passaggio dell’energia non sarebbe più fluido, quindi causerebbe più attrito, resistenza e contrazione alle articolazioni. Nello Yoga si riporta sempre l’attenzione all’origine del movimento, molte sono gli esercizi di preparazione o le Asana che ci ricordano questo, pensiamo ad esempio alla respirazione del pendolo dove bisogna distribuire il peso sul piede dalla parte opposta a dove effettuiamo la flessione del busto.

2. I piedi e il contatto con la terra

Nello Yoga vi è un contatto continuo con la terra – con le mani, con i piedi, con il corpo, si pratica scalzi e col il corpo poco coperto e privo di elementi costrittivi.

Lo Yoga riporta ad ascoltare, a percepire i nostri piedi, a muoverli liberi da costrizioni; purtroppo noi occidentali passiamo moltissimo tempo eretti, costringendo i nostri piedi a scarpe non del tutto idonee per garantirci una camminata comoda, ma sopratutto ci priviamo del contatto con la madre terra grazie alle suole, al cemento, all’asfalto, alle piastrelle.

Il contatto diretto con la terra o con il suolo diviene una cosa intima che facciamo a casa propria, dove il pavimento è pulito e libero dai germi. Ci rifiutiamo di ascoltare quello che il piede ha da raccontare attraverso un callo, un dolore, il colore e la qualità della pelle etc.

I piedi possono essere visti come delle radici mobili e sono alla base del sistema energetico, ci accompagnano nella vita e sono fondamentali per il corretto sviluppo; permettono di camminare e sono i primi responsabili dell’equilibrio e della postura, attraverso essi scorre energia che dovremmo prendere o prendiamo dal terreno; infatti i piedi permettono al sistema nervoso di connettersi alla terra, pensiamo per esempio al nervo sciatico che è il nervo più esteso e grande del corpo (spesso quanto un pollice), questo anche anatomicamente assomiglia ad una radice che mette in contatto la schiena, la gamba e il piede alla terra.

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Anche nello Yoga è pratica comune riconnettersi a terra, infatti prima di praticare un Asana, ci poniamo dritti e ascoltiamo l’energia che sale dalla terra fino a diffondersi nel nostro corpo.

I piedi permettono anche di riportare l’energia verso il basso, tutto questo viene considerato meno “spirituale”   e per questo meno degno di attenzione, tuttavia se non si hanno delle basi solide non si riesce nemmeno ad evolvere. E’ doveroso sapere che i nostri piedi divengono il nostro parafulmine, infatti questi inviano il voltaggio eccessivo del corpo e delle emozioni più stressanti al suolo, che è un corpo più grande in grado di affrontarle. Degli studiosi sono riusciti ad effettuare delle misurazioni e hanno dimostrato che quando il corpo umano sta eretto sul terreno, ha delle basi elettriche. In questa ricerca si dimostra che la terra è circondata da un campo elettrostatico con una frequenza di risonanza di circa 7,5 cicli al secondo. Itzhak Bentov sostiene che anche il corpo umano ha un micro movimento costante, del cuore,  delle cellule e dei liquidi corporei, che vibra ad una frequenza che va da 6,8 a 7,5 cicli al secondo ed è per questo che il corpo risuona con la ionosfera terrestre; quando noi camminiamo o giaciamo sulla terra entriamo più profondamente in questa risonanza. Il canale diretto verso il basso diviene un circuito di scarico che ci protegge dal sovraccarico fisico.

Nello Yoga si evidenzia questo scambio continuo e reciproco con la madre terra,  pensiamo per esempio alla posizione Allungata verso il cielo, quando le braccia sono abbassate è di forte stabilità e questo ci permette di percepire l’energia che ci dona la terra mentre, quando portiamo le mani verso l’alto, entriamo in contatto anche con le energie celesti, riceviamo così energia che portiamo alla terra.

Il contatto con la terra ci riporta  alla percezione dei limiti e dei confini della realtà. La percezione del piede sul terreno ci riporta al qui e ora, sentiamo la forza di gravità e il contatto della terra ci dona stabilità ed equilibrio. Quando perdiamo le basi perdiamo l’equilibrio e l’attenzione si allontana dal presente mentre appoggiati saldamente a terra non possiamo cadere e questo ci dona una sicurezza innata.

 3. I piedi e il sistema nervoso

Il sistema nervoso è costituito da:

  • sistema nervoso centrale  (formato da midollo spinale ed encefalo)
  • sistema nervoso periferico (comprende i nervi che collegano il sistema centrale alla periferia)
  • sistema nervoso autonomo (provvede alla vita vegetativa e si divide in sistema parasimpatico e ortosimpatico)

Vi è una differenza sostanziale fra sistema ortosimpatico e parasimpatico, il primo mette in circolo adrenalina, cortisolo, ormoni del surrene e interviene quindi in situazioni di stress acuto (si è pronti alla fuga o all’attacco – lotta), mentre il secondo entra in azione quando lo stress si è ormai ridotto e si va verso la condizione di normalità, di riposo e  recupero.

Il parasimpatico e l’ortosimpatico sono antagonisti fra loro e si alternano durante il giorno; devono coesistere in perfetto equilibrio per permettere la sopravvivenza. Se ciò non fosse si perderebbe il controllo, in questi casi secondo Hamer (fondatore della nuova medicina  Germanica) subentra un programma biologico automatico (generato in milioni di anni di evoluzione) che permette all’individuo di sopravvivere, fino a quando non viene ripristinato il giusto equilibrio fra orto e parasimpatico.

Dalla quinta lombare in giù troviamo la maggior parte dei punti parasimpatici, mentre in tutta la parte superiore del corpo troviamo in maggioranza dei punti orto-simpatici. Nel piede quindi troviamo più punti parasimpatici, quindi possiamo dedurre che anche nello Yoga, con la costante stimolazione plantare (attraverso pressioni, flessioni, estensioni, carichi o scarichi di peso,ecc…), si determina una stimolazione del sistema parasimpatico.

Certamente la stimolazione plantare effettuata con lo yoga non è paragonabile a quella della reflessologia plantare (che è molto minuziosa e mirata), ma è comunque utile per riattivare il sistema parasimpatico.

4. Similitudini fra Reflessologia Plantare e Yoga

La reflessologia plantare consiste nel massaggio di alcuni punti riflessi del piede.

Fin dai tempi più antichi alcuni popoli di culture diverse incominciarono a praticare anche se grossolanamente questa tecnica.

Non si conosce l’origine della reflessologia, ma si sa con certezza che già 5000 anni fa in Cina questo massaggio veniva praticato; altre prove provengono dal popolo Egizio e risalgono a 2500-2330 a.C.; altre testimonianze ci confermano che anche gli Inca praticavano questa tecnica. Altri riferimenti storici si trovano nei Veda dove si legge che “non sarà colto da nessuna malattia chiunque massaggerà i suoi piedi prima di andare a dormire”.

Nel 1890 H. Dead diede un’impronta scientifica alla teoria dei punti riflessi: capì che le zone ipersensibili alla pressione erano collegate alle terminazioni nervose dell’organo che non era ben funzionante.

Nei primi anni del 1900 anche in Germania vennero effettuati studi che permisero di migliorare il massaggio reflessologico; fra i maggiori esponenti troviamo William Fitzgerald che sviluppò la terapia zonale, dividendo il corpo in dieci zone longitudinali che iniziano dalla testa fino a giungere alle mani e ai piedi (cinque linee sul lato sinistro e cinque su quello destro). Da questa mappatura si evince che ciò che è esterno al corpo è esterno al piede, ciò che è interno al corpo è interno al piede e così via.

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La teoria di William Fitzgerald trova valenza non solo nella reflessologia ma anche nella pratica dello Yoga; pensiamo per esempio alla respirazione della Fontana dove, per avere la massima stabilità, portiamo la nostra attenzione alla prima linea interna della mappatura longitudinale che scorre dall’alluce, all’interno della coscia, al perineo , alla schiena fino al capo. Oppure pensiamo agli allineamenti per esempio nella posizione equestre dove la rotula deve essere allineata al 3° dito del piede e anche in questo caso troviamo riscontro nella mappatura della terza e quarta linea longitudinale di Fitzgerald.

Trovo molto affascinante che tecniche e studi appartenenti a tempi e culture differenti diano gli stessi risultati e spiegazioni. Questo ci fa capire che nulla nello sviluppo delle discipline olistiche è stato dettato dal caso.

Nelle pagine che seguono viene analizzato il piede secondo una chiave olistica  attraverso la reflessologia, lo Yoga e la psicosomatica; inoltre farò riferimento anche a dei testi sacri, il Vangelo e la Bhagavad-gita,  attraverso i quali viene evidenziata la direzione della vita, che parte sempre con un passo, sia esso emotivo, spirituale o fisico.

5. Interpretazione della Scuola di Gerusalemme in relazione allo Yoga

La scuola di Gerusalemme ha elaborato uno studio morfologico del piede che consente di individuare dei tratti della personalità.

La pianta del piede rappresenta la struttura di base della persona, quella che non si cambia, quello che si è, le dita invece rappresentano la parte che si evolve, e queste si possono modificare.

La pianta del piede  può essere: terra, fuoco, aria, acqua.

Possiamo trovare anche dei piedi “misti” dove le diverse costituzioni si intrecciano, e le diverse sfumature psicologiche ed emozionali si sovrappongono. Per es un piede acqua aria etc.

Le quattro diverse tipologie possono essere riequilibrate con l’approccio olistico . Lo yoga con il suo ventaglio di Asana, di respirazioni, di Mudra è facilmente adattabile ad ogni singola tipologia /costituzione. Lo yoga è in grado di potenziare i pregi e ci permette di metterci in contatto con i nostri limiti e non per ultimo ci consente  di amarci per quello che siamo.

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Nel soggetto Terra la zona tallone e metatarsi sono della stessa dimensione; il 4 è  il numero della materia. La pianta terra ci parla di stabilità, la persona è concreta, pratica, attaccata alle tradizioni; effettua dei cambiamenti solo quando è sicura, sono soggetti su cui si può contare. Il problema principale consiste nella resistenza al cambiamento, amano trattenere e ripensare alle cose del passato, siano esse brutte o belle. Il loro incedere nella vita è pesante, quando camminano il loro passo è udibile, appoggiano tutto il piede per terra per sentirsi ben stabili.

Le posizioni yoga preferite sono quelle stabili, consolidate, a contatto con la terra; sono soggetti non particolarmente portati per le visualizzazioni, hanno difficoltà a percepire le vibrazioni e le energie più sottili poiché hanno bisogno di manifestazioni concrete, non astratte. Possono essere pigri, rigidi e avere difficoltà a seguire terapie ed esercizi inusuali o di approccio inconsueto.

Molto utili sono tutte le Asana e le respirazioni che creano movimento non solo fisico ma anche interiore:

  • Scivolare come una canoa (questa posizione mette in relazione il passato con il futuro,permette di vincere la paura del non poter controllare tutto)
  • Inchino (incrementa la sicurezza psicologica)
  • Bilancia orizzontale (favorisce la determinazione nel compiere scelte)
  • Saluto al sole (rinnova è attivante e rigenera)
  • Saluto alla luna (genera benessere, ottimismo, concentrazione)
  • di Durga e Leone (per superare blocchi e inibizioni)
  • Cammello (fa superare pigrizia e timidezza, rinforza la volontà)
  • Distesa ad est (aumenta la volontà e la capacità di effettuare delle scelte)
  • Gatto (mobilita e riattiva)
  • Grandi onde senza o con apnea (libera molta energia, si può ridere o piangere)
  • Ujjayi Pranayama ( ha effetto euforizzante, utile nelle persone pigre)
  • Purificazione dei Nadi (riequilibra corpo e psiche, dona chiarezza mentale e migliora la vitalità)

Nel soggetto fuoco la zona dei metatarsi è molto amplia rispetto al tallone che è il vortice del triangolo; il 3 è il numero del movimento. Sono soggettie che si trovano sempre al centro, tendono a dominare e dirigere, sono molto impulsivi con tante idee e voglia di agire. Problema principale può essere proprio l’impulsività eccessiva e/o l’intolleranza come pure il suo stile di vita eccessivamente frenetico. Non ama le cose che riscaldano troppo.

Ama essere stravolto dalle nuove esperienze, ma proprio perché si occupa di molte cose contemporaneamente ha bisogno di un programma semplice e lineare.

Per questi soggetti è indicata una pratica contenuta ma mirata, specie Asana e Pranayama capaci di favorire equilibrio fisico ma anche interiore:

  • Distesa posteriore (favorisce l’equilibrio emozionale)
  • Eretta con piedi a triangolo ( dona equilibrio seda la mente)
  • Respirazione addominale o completa (rilassa)
  • Prana apana (effetto equilibrante)
  • Fulmine rovesciato (rilassa il sistema nervoso e rigenera)
  • Purificazione dei Nadi (riequilibra corpo e psiche e dona chiarezza mentale)
  • Bilancia orizzontale (favorisce la determinazione nel compiere scelte dona la consapevolezza del baricentro)

La pianta del piede nel soggetto Aria ha la forma di un rettangolo, è allungata e stretta, i piedi sembrano “leggeri” e appartengono a un soggetto idealista che vive nel suo mondo. Nel soggetto equilibrato questo distacco diventa uno sguardo obiettivo, se è disequilibrato il soggetto tende troppo a idealizzare e rimane perennemente deluso dalla realtà. Il loro modo di camminare è “leggero”, alcuni soggetti camminano in punta di piedi. Ama visualizzare, meditare, sentire l’energia, le vibrazioni. Ama provare cose nuove.

Per aiutare la persona aria si possono proporre tutte le Asana che lo portano a contatto con la terra lo riequilibrano:

  • Distesa posteriore (favorisce l’equilibrio emozionale)
  • Locusta (aumenta la forza di volontà)
  • Potente (migliora l’equilibrio e il baricentro)
  • Allungata verso il cielo (incrementa la volontà e la determinazione)
  • Foglia (quieta la mente)
  • Cammello (rende stabili e migliora la concentrazione)
  • Respirazione addominale (rallenta le frequenze mentali, dona quiete e lucidità mentale)
  • Ostrica (porta silenzio mentale e consapevolezza di se stessi)
  • Laterale ad angolo (dona equilibrio e concentrazione)
  • Ventre che ruota (mantiene mente limpida e vuota)
  • Arco (incrementa la volontà e la concentrazione)
  • Saluto alla luna ( genera benessere, ottimismo, concentrazione)
  • Elefante (calma i pensieri) Elefante dinamica (migliora la percezione del baricentro psichico e fisico)
  • Bilancia verticale (migliora la consapevolezza e il baricentro, fa recuperare energia e armonia a livello fisico, energetico e psichico)
  • Purificazione dei Nadi (riequilibra corpo e psiche, dona chiarezza mentale e migliora la vitalità)

Nel soggetto Acqua non vi è una forma specifica, il soggetto è elastico e flessibile, si adatta, impara facilmente, accetta i cambiamenti, fa più cose contemporaneamente . Ama la libertà e non sopporta gli impedimenti. Non si impone sugli altri, li lascia liberi. Il suo modo di camminare è armonico e sinuoso come una danza. Al cliente acqua bisogna chiedere cosa vuole fare , solo così collaborerà totalmente, perché non si sentirà obbligato  a seguire delle regole imposte dall’esterno. Si presta a qualsiasi Asana, sequenza o respirazione; a causa della sua massima flessibilità a volte perde il centro, quindi molto utili sono le Asana che lo centrano.

  • Laterale ad angolo (dona equilibrio)
  • Piramide (aumenta forza ed equilibrio)
  • Prana Apana (riequilibria)
  • Fontana (migliora equilibrio e consapevolezza del baricentro)
  • Ventre che ruota (mantiene mente limpida e vuota)
  • Saluto alla luna
  • Distesa posteriore (favorisce l’equilibrio emozionale e migliora la gestione delle energie)
  • Potente (migliora l’equilibrio e il baricentro)
  • Sospesa (dona equilibrio e migliora il baricentro)
  • Bilancia verticale ( (è polarizzante, favorisce il recupero di equilibrio e armonia e consapevolezza del baricentro)

Mi rendo conto che  in una lezione di yoga non sempre si riesca a fare delle sequenze mirate alla costituzione di tutti, però basta consigliare dei piccoli esercizi a casa per potenziare il loro dono.

6. Le dita dei piedi

Grazie alla pratica dello yoga si riesce a riprendere contatto anche con ogni singolo dito del piede. Ad esempio nella posizione Di Durga è fondamentale artigliare le dita al tappeto per permettere al flusso energetico di risalire, oppure in quella dell’Albero dove teniamo saldamente l’alluce a terra o in altri casi dove addirittura sovrapponiamo l’alluce al secondo dito per avere maggiore stabilità.

In reflessologia le dita del piede corrispondono al piano mentale e nel corso della vita possono modificarsi; la scuola di Gerusalemme associa a ognuna di loro un significato:

  • l’alluce corrisponde all’intelletto
  • al secondo dito corrisponde sia la parte motoria sia la capacità organizzativa
  • il terzo dito corrisponde ai valori, a come si vive la parte intuitiva
  • il quarto dito rappresenta la parte emozionale
  • il quinto dito corrisponde a creatività e sessualità

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Nel mito di Atlantide si sosteneva che tutti avessero le dita delle mani e dei piedi lunghe uguali, tutto questo stava a simboleggiare, per l’essere umano, possibilità illimitate di realizzazione su tutti i fronti. Purtroppo poi la società, i retaggi famigliari e molte altre credenze limitanti ci condizionano e ci allontanano dall’essere fedeli a noi stessi.

Lo stesso Edward Bach sosteneva che la malattia nasce dal conflitto fra essenza e personalità. Ovvero se io sono un musicista ma la società, o la famiglia, mi impongono di lavorare in banca, prima o poi manifesterò un disagio. Quindi le mie dita del piede si modificheranno (acquisteranno la forma del: fungo, cono, triangolo, quadrata ) e l’infelicità se non rielaborata in tempo si solidificherà in un disagio fisico.

La vita si basa  su un principio di creazione (es. creo un conflitto) di mantenimento e di distruzione (rielaboro il conflitto e me ne libero). Questa è una legge alla quale non possiamo sottrarci, il conflitto non rielaborato in tempo finisce spesso per manifestarsi come malattia; Il conflitto si genera dal fare resistenza a ciò che la vita ci offre. Se si cambia il modo di pensare, di vivere e di nutrirsi  le dita si posso distendere, i calli possono ridursi e la pelle acquista una nuova consistenza.

7. I piedi e la direzione della vita

Il piede ci accompagna nella vita, ci permette di camminare e muoverci. Se consideriamo la cosa da una prospettiva simbolica possiamo spostare le sensazioni dal piano fisico a quello psichico: quando ci sentiamo fisicamente limitati questo può essere espressione di un blocco emotivo, anche i modi di dire come “non riesco a fare il primo passo”, “avere i piedi ben ancorati a terra”,  “tenere i piedi in due scarpe” ,“alzarsi col piede sbagliato”, “procedere con i piedi di piombo”, “essere sul piede di guerra”, e molti altri ancora, ci indicano a che punto siamo e in che direzione stiamo andando.

Il procedere nella vita si gioca tra due poli amore/crescita o paura/protezione. La paura ancora al terreno e genera il conflitto, non permette di fare il passo, crea immobilità, sia essa fisica o emozionale e non permette di rivolgersi verso il cambiamento. Quotidianamente siamo portati al cambiamento, a fare delle scelte, sia esse semplici (cosa mangio? cosa mi metto?) o invece più importanti, che possono determinare, influenzare, condizionare, positivamente o negativamente la qualità della nostra vita.

Il piede e il suo incedere nella vita può essere interpretato come movimento e scelta spirituale, per analizzare questo prenderei in considerazioni due testi sacri il Vangelo e la Bhagavag-gita.

Vangelo secondo Marco (Mc. 14,32-37): vennero a un podere, detto Getsémani, e Gesù disse ai suoi discepoli: “Sedete qui, mentre io prego”. E presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, cominciò a sentire spavento e angoscia. E disse loro: “L’anima mia è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra, e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: “Abba! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”.

Gesù passa dalla fase di paura, protezione, immobilità spirituale e fisica alla fase di amore e crescita, accettando la volontà di Dio.

Anche nella Bhagavag-gita prima dell’inizio della battaglia fratricida di Kurukshetra troviamo un bellissimo dialogo fra Krishna e Arjuna, dove si sviscera la direzione e il destino di Arjuna.

Krishna cercherà di far capire ad Arjuna che lui è un combattente e non può abbandonare tutto, quello è il suo compito, è il suo dovere, ogni persona ha una direzione, uno scopo da realizzare, lui potente guerriero non può divenire un’asceta!

Krishna tra i due eserciti, sorridendo si rivolge all’infelice Arjuna:

“Alzati dunque sii pronto a combattere. Trionfante sui tuoi nemici, godrai di un regno fiorente. Tutti per mio ordine sono già uccisi e tu, in questa battaglia , non sei che strumento nelle mie mani” Bhagavad-gita , XI, 32

Krishna con affetto porterà Arjuna alla guarigione, scioglierà il suo conflitto che gli genera conflitto, paura e immobilità e gli permetterà di compiere il suo destino.

Entrambe i testi sacri, pur provenendo da culture e credo differenti, ci aiutano a capire che, se troviamo la giusta direzione della nostra vita e se ci affidiamo totalmente tutto risulta più semplice.

Riferimenti bibliografici

  • Reflessologia Naturopatica  di Catia Trevisani Edizioni Enea
  • Malattia e destino di Thorwald DethlefsenEdizioni Mediterranee
  • Chakras ruote di vita di Anodea Judith Edizioni Armenia
  • Stalking the wild pendulum di Bentov Itzhak
  • Scienze delle relazioni 1, 2, 3 di Priscilla Bianchi Edizioni Enea
  • Bhagavag-gita, San Paolo, Milano
  • Vangelo