Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Roberta Mambriani

YOGA E AUTISMO – Tesi per il conseguimento del diploma di Istruttrice di Hatha Yoga

Conclusioni

Per molto tempo si è pensato che l’Autismo fosse un mondo chiuso, irraggiungibile, se non addirittura vuoto. Solo grazie a persone come Temple Grandin, e gli altri dopo di lei, si è capito che le persone Autistiche non sono meno normali di tutti gli altri, ma hanno semplicemente costruito mondi e vissuto vite profondamente diverse dalle nostre.

Il concetto stesso di normalità è qualcosa di assolutamente arbitrario e porta in sè un concetto ancora più pericoloso, che è quello di anormalità, in cui il prefisso “a” deriva dal greco e viene grammaticalmente definito come “alfa privativa, cioè che toglie qualcosa, e attribuisce alla parola stessa il suo carattere di mancanza, privazione, negazione.

L’anormalità e la differenza sono state sempre considerate come qualcosa di negativo, di cui avere paura e da cui difendersi. Ma la differenza è soltanto un modo diverso di esistere e di guardare il mondo, in una prospettiva che forse non corrisponde alla nostra ma non per questo può dirsi sbagliata.

L’incontro con chi è diverso da noi è una grandissima opportunità di scambio e di arricchimento, un’occasione che può renderci persone più ricche e consapevoli. La diversità è un valore da riconoscere e da vivere senza timore, uscendo dai sentieri sicuri che ci sono vicini.

E’ sufficiente gettare un ideale ponte verso l’altro e percorrere un pezzo di strada insieme, con la mente aperta e disponibile ad imparare.

 

Bibliografia

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