Il termine digiuno suscita nella mia mente immagini di vasti spazi luminosi, ampie vallate coperte di boschi, rigogliose pianure solcate da fiumi scintillanti, interminabili bianchissime spiagge immerse in intimo colloquio con le spumeggianti onde dell’oceano.
Meditazione e digiuno sono complementari. Per capire in che modo dobbiamo sviluppare il significato del termine. Non solo astenersi dal cibo, o da alcuni cibi, ma da tutta una serie di comportamenti e azioni che può coinvolgere qualsiasi aspetto della nostra vita. L’intenzione è collegata all’idea di fare spazio, interrompere percorsi coatti, superare la meccanicità, ritrovare spontaneità, liberarsi del vecchio e lacero vestito delle abitudini per rigenerare energie e visione. Un processo di rinnovamento, non di espiazione. Una strada da percorrere con gioia, non per pagare un debito ma per ricevere un dono.
Siamo abituati a pensare alla nostra vita in termini di tempo, dalla nascita alla morte. Ma oltre e più che tempo la vita è anche spazio, anch’esso limitato. Ci possono stare alcune cose, e se ci stanno quelle altre restano fuori. Ora dobbiamo chiederci cos’è che occupa abusivamente il nostro spazio vitale? Abitudini e comportamenti ripetitivi, preconcetti, idee fisse, paure, ruoli, dubbi. Tutto questo ci paralizza, ci tiene ancorati al vecchio, ci impedisce di crescere e rinnovarci. Digiunare significa fare spazio al nuovo, uscire alla luce, accettare la sfida di nuove possibilità.
Come la meditazione anche il digiuno è un non fare, non si tratta di agire per qualcosa o contro qualcosa, ma semplicemente di astenersi coscientemente, sospendere e osservare. Astenersi rende liberi e leggeri, è indispensabile se vogliamo spiccare il volo verso la quarta dimensione, ci aiuta a distinguere tra ciò che è utile e essenziale e tutto quello che invece è superfluo e inutile, e solamente ci appesantisce, oscura, distrae e ci porta a dilapidare le nostre energie.
In sostanza il digiuno va inteso come un pellegrinaggio di purificazione totale, l’ascesa della montagna sacra che richiede l’abbandono di ogni ingombro e bagaglio inutile. Solo ciò che è essenziale viene trattenuto. Abbastanza è necessario, ma è anche sufficiente. Da questo percorso l’Ego esce rinnovato e rigenerato, ritorna a uno stato di potenzialità totale, pronto a esperienze veramente nuove, a entrare e stabilizzarsi nella dimensione meditativa.