Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Maurizio Morelli

LA TERAPIA DELLA MEDITAZIONE

 

Seconda meditazione
Respiro e polarizzazione

La seconda meditazione che viene presentata introduce l’elemento della stabilizzazione dinamica che origina dalla respirazione. Oltre che funzione fondamentale il respiro è anche un simbolo potentissimo, momento di unione ritmica tra interno ed esterno, corpo e psiche, spazio e tempo, materia ed energia. È la più completa e concreta espressione della vita e della sua universale manifestazione quale dinamismo polarizzato.

L’osservazione dei processi vitali rivela la costante presenza di una pulsazione ritmica, o meglio un insieme di pulsazioni che muovendo tra due estremi rifluiscono l’una nell’altra.

Ogni polarizzazione è formata da due elementi facilmente riconoscibili, i due poli, positivo e negativo, maschile e femminile, espansione e contrazione, movimento centrifugo e centripeto, stimolo e inibizione. A questi due se ne aggiunge un terzo, meno evidente ma determinante, che è il dinamismo reciproco. Quando un polo si sovraccarica lo fa sottraendo energia all’altro e, raggiunto il punto critico, il massimo dell’espansione o della contrazione che l’insieme può assorbire rimanendo tale, l’energia defluisce nel polo opposto e il circuito ricomincia. È questo terzo elemento che rende i due poli un’unità funzionale.

A maggiore contrazione segue un altrettanto aumentata espansione e viceversa, ma se l’una o l’altra superano il limite massimo c’è una rottura dell’unità. Questo è vero anche in senso opposto, diminuendo la contrazione si riduce l’espansione, ma pure in questo caso non si può scendere sotto il limite minimo, pena l’interruzione dell’insieme.

La vita, in generale e in particolare, è un equilibrio dinamico delimitato da un’ampiezza oscillatoria minima e massima. Questa circolarità implica misura, relazione e fluidità. Troviamo questi elementi nel respiro, che li trasmette a tutte le altre funzioni fisiche e psichiche. Attraverso la coscienza di questa polarità la sicurezza che abbiamo acquisito con la pratica della stabilità diverrà maggiormente plastica e potremo impiegarla in ogni genere di rapporto, sia tra diverse parti di noi stessi che con l’esterno. Scegliendo il respiro come oggetto di meditazione impariamo a prendere e dare, afferrare e lasciare, farci avanti e ritrarci, aprici e chiuderci, nel modo e nel momento giusto, senza intellettualismi o secondo logiche utilitaristiche ma semplicemente ascoltando il ritmo della pulsazione.

Sviluppare la coscienza della polarità quale elemento fondamentale di ogni processo vitale, e farlo attraverso il respiro, perfeziona in modo particolare il secondo strato del campo vitale. Questo è l’effetto più immediato. Una pratica prolungata, che venga progressivamente interiorizzata, porta gli effetti rigeneranti in profondità, influendo significativamente su trame di livello più sottile e di intensità maggiore.

 

I disturbi cui fare riferimento per questa tecnica meditativa sono: eccessi o blocchi emotivi e sbalzi di umore, cistiti, colite spastica, edema di origine linfatica o renale, insufficienza renale, difficoltà nelle relazioni familiari, amicali, sentimentali e sessuali, incapacità di impegnarsi con continuità, senso di inferiorità, esitazione nello scegliere, narcisismo, intossicazione, lombaggine, scarsa creatività, alterazioni della respirazione e del sonno, ridotto senso delle proporzioni.

 

La dinamica del respiro: dopo avere assunto la postura di meditazione e realizzato una corretta stabilità indirizziamo l’attenzione e la coscienza al respiro. Limitiamoci a osservare, come da un balcone si guarda il via vai della gente nella piazza sottostante. In particolare osserviamo se il respiro scorre fluido, se l’espirazione è forzata o spontanea, come si espande il tronco, se il respiro sale, si apre o fatica a scendere, quali sensazioni ci trasmette il corpo che respira.

Il respiro entra, il respiro esce e c’è un breve intervallo al termine del percorso in entrambi i sensi, proprio come il movimento di un pendolo, arriva al punto massimo, si ferma un istante, scivola dal lato opposto e ancora resta come sospeso, e poi ritorna a scendere. Fermiamo l’attenzione al punto esatto da cui il respiro inizia, e in cui termina. Rendiamo questo centro luminoso, come una piccola sfera satura di luce pulsante. Quando l’immagine è ferma colleghiamola al ritmo del respiro.

Respiro entra e la sfera si concentra, si riduce alle dimensioni minime, acquista brillantezza e densità. Respiro esce e la sfera si dilata, si espande oltre i limiti del corpo, anche molto oltre purché riusciate a percepirla sempre complessivamente. La luce si irradia in ogni direzione, anche verso l’interno.

Potrà sembrarvi che il movimento vada invertito. Se questo accade significa che state cercando di dirigere l’espirazione. Lasciate l’espirazione spontanea. Quando l’integrazione tra respiro e visualizzazione è sufficientemente nitida portate l’attenzione alla sola immagine mentale. Percepite sola la luce, osservatene la pulsazione in ogni sua parte, non solo inizio e fine ma tutto il movimento di apertura e riduzione.

Dopo qualche minuto lasciate tutto, rimanete svegli e immobili e abbandonatevi alla meditazione.

 

I temi di fondo della polarità: nel quotidiano la polarità può essere osservata in molti fenomeni, nelle azioni, nei pensieri e nelle relazioni. Nei rapporti con gli altri, in modo più evidente con i familiari, il partner e il gruppo dei pari. Queste relazioni sono fortemente interiorizzate e noi esprimiamo con maggior spontaneità come veramente siamo. Inoltre in questo ambito si creano facilmente rapporti compensativi, per esempio uno dei due soggetti è sempre attivo e l’altro passivo, uno parla molto e l’altro per lo più tace e così via. Da questa osservazione possiamo trarre indicazioni sulle condizioni del dinamismo polarizzato in noi e negli altri, e dedurre cosa non scorre come dovrebbe.

Anche il modo in cui vengono soddisfatte le necessità fondamentali o comunque più importanti e ricorrenti ci può dare un’idea del ritmo delle pulsazioni e di eventuali elementi di interruzione o alterazione.

La corretta polarità è in relazione alla capacità di provare piacere, che è il passaggio da una situazione di tensione a una di distensione o il contrario. Possiamo anche dire che il piacere è il terzo elemento della polarità, il dinamismo reciproco. Più l’oscillazione è ampia più è intenso, a patto di non andare fuori campo e saper stare nell’insieme, di essere presenti con ogni parte di sé. Il nostro rapporto con il cibo è esemplificativo. Più siamo in grado di gestire il terzo elemento, migliore sarà il nostro rapporto con l’alimentazione, e anche più piacevole. Se mangiucchiamo di continuo, o se appena ci sediamo a tavola ingurgitiamo ogni cosa senza quasi masticarla significa che abbiamo perso il contatto con il piacere, che la pulsazione è disturbata. Di solito la causa sta nella mente che va oltre il corpo, si proietta in avanti e anziché stare nel flusso del movimento pensa alla conclusione.

L’incapacità di provare piacere, o di stabilire rapporti piacevoli, è una precisa indicazione di disturbo delle polarità. Il superamento sta nello scivolare, corpo e mente, assieme al terzo elemento, il dinamismo reciproco che è movimento equilibrante. Stare nella pulsazione significa stare nell’attimo, vivere nello stesso posto e momento con ogni parte di sé stessi, essere completi.