Per mezzo della quarta meditazione entriamo in relazione con l’energia dell’amore, che è il principio direttivo e dinamico della vita. Il contatto diretto con questa energia è la necessaria conseguenza del superamento della conflittualità, permette di dare un seguito e uno sbocco creativo alla conquistata trasparenza dell’Ego. Quando entriamo veramente nell’energia dell’amore la meditazione si fa profonda e completa, perché ci veniamo a trovare in una dimensione che è oltre la paura, esclude la conflittualità, è la forma più elevata di pulsazione ed è una manifestazione della coscienza universale, una diretta emanazione del principio spirituale che risiede nel cuore.
L’amore è una forza dinamica e includente, crea l’armonia attraverso l’accettazione attiva. Favorisce l’espansione dell’Ego e i processi osmotici con ogni genere di energie, che vengono rigenerate e illuminate dal suo contatto. È necessario capire bene cosa significa espansione dell’Ego. Non è ipertrofia o gigantismo, essere vanitosi, superbi, credersi importanti o superiori, diversi, speciali, unici; espansione significa orizzonti più vasti, visione più ampia, capacità di comprendere e fare propri in modo diretto ed empatico gli elementi unificanti e armonizzanti degli eventi, degli incontri e di tutto ciò che ci circonda. Significa maggiore intensità di coscienza e la possibilità di illuminare regioni sino a questo momento inesplorate.
L’amore è atto concreto di unione con l’energia spirituale, non più semplice orientamento ma reale integrazione. Per questo l’ingresso nell’energia dell’amore è il passo più importante di tutto il processo di approfondimento meditativo. Nello spettro del campo vitale occupa il posto centrale, è il naturale baricentro. Tutto ruota naturalmente attorno a questa forza che assicura continuità e unione al cosmo. Espandendosi nella luce l’Ego, che senza l’amore è come una sgangherata barchetta con cui ci sforziamo malamente di attraversare il mare della vita, si trasforma in una splendida nave da crociera, un’arca scintillante in cui ogni aspetto della manifestazione trova spazio e rifugio. C’è posto per tutti, per le pecore e per i lupi, che qui possono vivere in armonia.
In questo Ego così aperto e ricettivo anche le più oscure, distruttive e morbose energie dell’inconscio possono essere integrate e rigenerate. Non è più necessario tenerle nascoste, controllate, sedate, negate, coperte, possiamo guardarle serenamente, farle sedere alla nostra tavola. Erano ostacoli, ora sono risorse in più, potere creativo, fonte di conoscenza.
L’energia dell’amore è magica e taumaturgica. Per la sua posizione centrale e per il preponderante influsso sulle altre trame del campo vitale, è in grado di ristabilire la guarigione a tutti i livelli. La malattia è separazione, mancanza di connessione e armonia, e questa modalità di energia è in grado di ricreare integrazione al livello più alto.
I disturbi di riferimento più immediati e diretti riguardano il sistema immunitario, le allergie e le intolleranze, le difficoltà nelle relazioni affettive per scarsa empatia e meccanismi di rifiuto e freddezza, crisi di ansia e panico, asma, depressione, incubi, squilibri tiroidei, invidia e gelosia, dispnea, alterazioni della pelle e del sistema cardio circolatorio, esaurimento nervoso.
Considerato il grande potere di questa energia e l’influsso praticamente totale sulla salute fisica e mentale c’è da chiedersi perché non limitarsi a questa unica meditazione, tralasciando quelle precedenti. L’energia dell’amore è tanto sottile quanto potente e non è accessibile a un Ego che non abbia raggiunto il sufficiente grado di stabilità, equilibrata polarizzazione e sensibile riduzione della conflittualità. Non significa che non si possa amare, questo avviene continuamente e spontaneamente. Semplicemente non si è in grado di utilizzare l’energia dell’amore in senso evolutivo, per espandere la coscienza e per realizzare un abbandono meditativo veramente completo. Per volare con un aliante sono necessari grandi spazi aperti, la padronanza dei comandi, la conoscenza delle correnti e la capacità di abbandonarsi a esse. Per questo i precedenti gradi di sviluppo meditativo sono importanti, anche se non per tutti allo stesso modo.
Quando diviene stabile e pervadente, la forza dell’amore è in grado di rimuovere tutti gli ostacoli alla meditazione, che è identificazione tra identità temporale e il Sé eterno, il principio spirituale cosciente e individualizzato. Se all’inizio del percorso il nostro Ego era una tana buia, malsana e pericolosa, ora abitiamo in un luogo completamente diverso, una cupola di cristallo perfettamente terso posta sulla cima di una collina. Siamo ancora rinchiusi, ma la luce e il calore del sole possono raggiungerci, riscaldarci e perfezionare la visione. Non più fuorviati da false identificazioni possiamo rivolgere tutta la nostra energia alla vera sorgente della vita.
Il processo di identificazione è guidato da un concetto tanto semplice quanto preciso:
Io sono Quello
Identificazione non è ancora identità, c’è uno spazio da coprire tra due punti dello spazio e del tempo e questo richiede energia e un veicolo. Entrambi ci sono offerti dal respiro, il grande unificatore, il medium tra corpo, mente e spirito.
Questa meditazione è basata sull’ascolto interiore. Abbiamo bisogno di un luogo particolarmente tranquillo e di tempo sufficiente. Chiudiamo gli orecchi con dei tappi, o con una cuffia insonorizzante, così da essere completamente isolati dai suoni esterni. Lasciamo che la mente rallenti e si acquieti, divenendo come uno specchio d’acqua limpidissima e piana. Poi volgiamo l’attenzione al respiro, visualizziamo la pulsazione dell’energia.
Quando ci sentiamo sufficientemente interiorizzati sintonizziamoci sul suono del respiro e rimaniamo in ascolto. Non dobbiamo agire sul respiro, cercare di renderlo più profondo o ampio, solo ascoltare il leggero fruscio che produce entrando e uscendo. Nell’inspirazione il suono è Sah, in espirazione Ham. Assieme fanno So’ Ham, affermazione che in sanscrito significa io sono Lui e che esprime la suprema identità con il principio spirituale.
Focalizziamo tutta l’attenzione sul suono e al tempo stesso sul significato. In questo modo azione e intento divengono una cosa sola. Prima sentiamo il suono in gola, per qualche minuto, poi spostiamo il punto di ascolto all’altezza del cuore, la residenza del Sé, così da ridurre la distanza. Ripetiamo mentalmente Sah inspirando e Ham espirando, coscienti del significato delle parole che stiamo pronunciando. Ad un livello successivo interrompiamo la ripetizione mentale e limitiamoci all’ascolto, spostando progressivamente l’attenzione ai suoni sempre più sottili, mantenendo viva la coscienza del processo di identificazione che stiamo portando a compimento.
Riserviamoci sempre un’ultima fase di abbandono totale alla meditazione. Al termine portiamoci in posizione supina, per una fase di rilassamento totale. Ritorniamo alle normali attività con cautela, soprattutto evitiamo di parlare per qualche minuto. Questo è necessario per non disperdere energia ed evitare scosse al campo vitale.