Purificazione del tempo e dello spazio e percezione dell’unità nella luce.
La quinta meditazione completa il perfezionamento delle ultime tre trame vitali e armonizza l’insieme. Permette di stabilizzare e rendere più nitido il contatto con la mente universale e il processo di identificazione con il Sé spirituale. Entrambi questi processi richiedono la purificazione del tempo e dello spazio interiore.
La peggiore menomazione che la mente subisce dall’identificazione con il corpo è l’interiorizzazione del limite di spazio e tempo proprio della fisicità. Riportiamo questo limite nel modo di gestire l’energia mentale, dandole la forma di pensieri, che creano il tempo e occupano spazio. Questa alterazione inibisce la facoltà della percezione contemporanea, della comprensione istantanea, potere che deriva dal contatto con la mente universale. Come l’acqua limpida e calma riflette l’immagine del cielo, cosi la mente individuale riflette quella universale. I pensieri, che sono come increspature sulla superficie, impediscono la percezione o la distorcono.
Nella quarta dimensione tempo e spazio sono diversi da come li percepiamo nella veglia.
La meditazione ci mette in contatto con l’eternità, che è tempo e spazio infinito; ma anche nessun tempo e nessuno spazio. In realtà non è possibile percepirla se non rinunciando a tutte le definizioni di tempo e spazio, quindi anche alla possibilità di capirla razionalmente.
Fortunatamente non è necessario capire l’eternità, cercare di capirla è l’ostacolo. La mente universale vive nell’eternità, qualsiasi cosa sia, e se vogliamo mantenere la sintonia e comprendere i suoi messaggi dobbiamo sviluppare in noi una condizione simile, rinunciare ai riferimenti spazio-temporali che abbiamo interiorizzato. Questa rinuncia non è teorica, ma comporta la sospensione del pensiero discorsivo che è ciò che crea il tempo e lo spazio mentale. Ciò che dobbiamo realizzare è il silenzio della mente, un tema di cui abbiamo già trattato e che ora dobbiamo riprendere in modo più completo.
Il silenzio è il digiuno della mente, la più completa forma di purificazione, la chiave che ci da accesso all’eternità, la suprema rinuncia, la musica di Dio. Rappresenta il superamento dell’ identificazione con i più profondi e mentalmente integrati limiti della fisicità, la percezione relativa di spazio e tempo. È l’inizio di una grande avventura e richiede un grande coraggio.