Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Maurizio Morelli

LA TERAPIA DELLA MEDITAZIONE

 Il Quarto stato della mente 

Per procedere nel modo migliore dobbiamo impegnarci a comprendere in forma completa, precisa e chiara ogni sfumatura sul tema della meditazione.

Durante la vita sperimentiamo 3 diverse modalità di coscienza:

  1. La veglia
  2. Il sonno
  3. Il sonno profondo

 

Durante lo stato di veglia siamo coscienti del nostro corpo, della nostra identità, dei processi mentali e del mondo circostante. Non è che siamo completamente coscienti, e nemmeno sufficientemente coscienti, semplicemente molto di più di quando siamo addormentati o in stato di sonno profondo.

Durante lo stato di veglia il livello di coscienza presenta notevoli variazioni da un soggetto all’altro, e anche per il singolo individuo fluttuazioni che hanno molteplici cause, come un maggiore o minore assorbimento in pensieri e problemi, fatica, digestione, assunzione o meno di certe sostanze alteranti, situazioni o necessità contingenti, stato di salute e attività svolte. Lo stato di veglia è anche generalmente caratterizzato da un chiacchiericcio interiore, un movimento costante di pensieri più o meno intenso, caotico e ripetitivo.

Nello stato di sonno perdiamo quasi completamente la percezione del nostro corpo e entriamo in una modalità di coscienza decisamente diversa rispetto alla veglia. Il percepito si esprime  attraverso il linguaggio dei simboli mescolato a sensazioni spesso confuse, di cui rimane qualche vaga traccia al risveglio.

Durante il sonno profondo la coscienza del corpo e di noi stessi sembra dissolversi completamente. Rimane però una traccia dell’esperienza, il “ricordo” di avere dormito bene e una sensazione indefinibile ma intensa di energia e benessere.

Lo stato di meditazione: è un quarto stato della mente che include e al tempo stesso trascende i 3 usuali. È una dimensione della coscienza, non un qualcosa che si fa ma invece un passaggio, un luogo in cui si entra. Qualcosa di simile avviene quando ci addormentiamo. Quando si passa dalla veglia al sonno, o al sonno profondo, si muta di livello e l’unica azione che si compie è quella del passaggio. La differenza, per il passaggio alla condizione meditativa, è che non avviene naturalmente, poiché non è ancora geneticamente stabilizzato. È una potenzialità psichica che tutti abbiamo ma che solo in rari casi si sviluppa per forza propria o coincidenze fortunate.

Non è una pianta spontanea ma piuttosto un fiore di serra, e richiede un ambiente protetto e cure specifiche per poter crescere e fiorire. L’ambiente che lo splendore della meditazione richiede per potersi manifestare è formato da un insieme di atteggiamenti fisici e psichici capaci di favorire serenità e calma, equilibrio energetico, il superamento di ogni conflittualità interiore ed esteriore, di ridurre le alterazioni nervose e ormonali e liberarci dagli schermi percettivi rappresentati dall’intossicazione fisica e dai ristagni emotivi.

Le cure specifiche sono invece da intendere come la pratica regolare di una adeguata tecnica meditativa.

 

Tecniche di meditazione e dimensione meditativa

Tecniche di meditazione e dimensione meditativa sono due cose distinte. Le tecniche sono procedure che influenzano opportunamente lo psicosoma favorendo l’accesso al quarto stato della mente. Per fare un semplice esempio, quando sentiamo il bisogno di passare da uno stato di veglia a uno di sonno, ci stendiamo e chiudiamo gli occhi. Questa è la tecnica o procedura istintiva che quasi tutti usiamo per entrare nello stato di sonno.

Anche per entrare in meditazione abbiamo bisogno di una procedura più o meno semplice, solo che per la maggior parte di noi questa condizione non è naturale e non possiamo contare su tecniche istintive. Possiamo però fare riferimento a un gran numero di metodiche, culturalmente elaborate e sperimentate nel corso di migliaia di anni da un numero sterminato di praticanti, che avranno per noi la funzione di mappe.

Tornando all’analisi della condizione meditativa dobbiamo constatare alcune caratteristiche straordinarie. La coscienza è presente e attiva con livelli pari o superiori a quelli della veglia, le porte di accesso all’inconscio e al mondo dei simboli sono aperte come avviene nei sogni, il flusso mentale è rallentato sino quasi all’immobilità, la psiche nel suo complesso è molto meno vincolata dai limiti della fisicità e dall’identificazione con l’Ego, il pensiero da lineare si trasforma in pensiero metaforico, cioè utilizza maggiormente la dimensione spaziale rispetto a quella temporale e diviene sempre più abile nel decifrare analogie e nel cogliere tracce di verità per via intuitiva. Inoltre il corpo e le funzioni vitali sono in condizione di profondo riposo e rigenerazione come avviene durante il sonno profondo.

Contatti sempre più limpidi e prolungati con la mente cosmica ci aprono a fonti di conoscenza spirituale inesauribili, capaci di modificare l’essere umano non solo nel carattere e nelle percezioni, ma anche di sviluppare potenzialità psichiche e fisiche. La possibilità di un contatto diretto con la mente cosmica è sicuramente la più importante tra le qualità della meditazione, perché rende possibile un rapporto diretto tra l’individuo e la fonte spirituale della vita.

La mente cosmica è come una gigantesca stazione trasmittente che costantemente diffonde i messaggi dello spirito in ogni direzione. Trasmette su frequenze speciali, e solo quando siamo completamente rilassati e la nostra mente quasi immobile, sgombra da pensieri, riusciamo a stabilire il contatto. Questo è possibile solo nel sonno profondo o in stato di meditazione, con la differenza che nel secondo caso siamo coscienti e quindi in grado di fare tesoro dell’esperienza. Non è azzardato affermare che la meditazione rappresenta la nuova frontiera della mente, il salto evolutivo che può traghettare la specie umana a una condizione generalizzata di pace, serenità e gioia, insegnando a ognuno di noi cosa significa veramente vivere nella luce dello spirito.