La meditazione è un impareggiabile strumento di salute a tutti i livelli e nel senso più completo del termine. Per suo tramite benessere, evoluzione e realizzazione spirituale trovano un punto di unione e di sintesi.
La mente ha una grande forza ed è in grado di influenzare il corpo e il flusso dell’energia vitale. Può essere un fondamentale elemento di salute e di guarigione, ma per realizzare questo miracolo dobbiamo imparare a conoscerla, e sviluppare le metodologie più idonee a fare germogliare e crescere le sue migliori potenzialità.
Se una mente serena e purificata può trasformare la nostra vita in un diadema di amore e bellezza, è altrettanto vero che una prassi di pensiero confusa, conflittuale, meccanica, agitata, superba, impaurita o famelica, prigioniera e soffocata da desideri innaturali e frustrazioni, può rendere l’esistenza simile a un inferno, distruggere la vitalità e scatenare in noi ogni sorta di disordini e disturbi. Purtroppo quasi sempre e quasi tutti usiamo i poteri della mente in senso negativo, causando a noi stessi, e anche a chi ci sta vicino, dolori e malattie assolutamente inutili. Non è che lo facciamo perché siamo stupidi o masochisti, semplicemente nessuno ci ha mai insegnato come utilizzare al meglio la forza del pensiero, e ci mancano modelli di riferimento positivi e sufficientemente precisi.
Il nostro Ego eccessivamente esteriorizzato ci preclude la possibilità di accettare l’idea che la nostra vita possa essere migliorata da un semplice cambiamento interiore. La cultura, l’ambiente e gli stimoli che costantemente riceviamo ci portano alla convinzione che solo gli accadimenti esterni siano importanti, preferiamo confidare nella vincita alla lotteria, negli sviluppi di carriera, in favolosi incontri amorosi, qualsiasi cosa per quanto improbabile purché non ci sia richiesto di metterci in discussione. E magari continuiamo a illuderci di essere creature razionali.
Le cose stanno invece in modo completamente diverso, perché il mondo che noi percepiamo esiste solo per come lo percepiamo, è una proiezione della nostra mente ed è soprattutto lì che si gioca la grande partita tra gioia e dolore, serenità e angoscia, successo e fallimento, felicità e infelicità, salute e malattia.
Per quanto l’oceano possa essere paurosamente agitato e minaccioso in superficie, in profondità esso è sempre calmo e silenzioso. La mente è come l’oceano e imparare a meditare significa in prima battuta spostare l’attenzione dalla superficie alla profondità, abbandonarsi al silenzio e alla pace anziché lasciarsi travolgere dalle onde provocate dagli accadimenti esteriori, da ciò che succede in superficie. Se lo comprendiamo siamo già a metà dell’opera, e la semplice interiorizzazione di questa immagine, del lasciarsi sprofondare nel silenzio, è sufficiente a creare le premesse per l’accesso alla dimensione meditativa e a modificare molte delle nostre distruttive dinamiche mentali.
La meditazione è la dimensione del meraviglioso, ci offre un modello vincente, la possibilità di impiegare l’enorme energia del pensiero per il bene proprio e altrui, l’accesso a dimensioni di luce ed eternità, l’occasione per comprendere il senso più profondo dell’esistenza. Scegliendo di dedicarvi a questa pratica di rigenerazione farete il miglior investimento della vostra vita, e l’unico rimpianto che potrà sorgere in voi sarà quello di non avere iniziato prima.
È venuto il momento di entrare più profondamente nelle logiche della mente, di chiarire e divenire coscienti della fondamentale importanza degli atteggiamenti mentali, che possono essere definiti come “il personale e particolare modo di porsi nelle diverse situazioni della vita, tanto rispetto al mondo che a noi stessi”.
I nostri atteggiamenti mentali, il nostro modo di disporre e impiegare il pensiero, sono dettati dall’istinto, dalla cultura e dalle abitudini familiari e sociali, dalla struttura della personalità e dalle necessità.
Un’analisi approfondita deve farci prendere in considerazione tanto gli stimoli esterni, avvenimenti che ci raggiungono attraverso le porte dei sensi, quanto gli stimoli interiori, pensieri, emozioni, sensazioni o altro che provengono dal nostro deposito di memoria e che quasi sempre sono collegati a nuclei comportamentali, cioè non sono neutri, pure e semplici informazioni, ma inseriti all’interno di una o più modalità di reazione. Benché teoricamente distinguibili questi due aspetti sono sempre strettamente connessi e interdipendenti. Nel loro insieme rappresentano la nostra personale modalità di utilizzare la mente.
Che gli accadimenti esterni influenzino il nostro stato mentale ci appare ovvio e inevitabile.
Ci sembra naturale sentirci tristi se perdiamo qualcosa a cui teniamo, arrabbiarci o sentirci frustrati se i nostri desideri non si realizzano, indispettiti o in preda al panico quando le cose non vanno come avevamo previsto. In questi casi la dinamica causa-effetto sembra evidente e benché questo modo di reagire in automatico sia quasi sempre poco economico e vantaggioso, almeno ci sembra di avere una giustificazione razionale. Questo genere di comportamenti, puramente reattivi, sono così universalmente diffusi da farceli considerare inevitabili e naturali, ma ci sbagliamo.
Nella maggior parte dei casi si tratta di atteggiamenti fasulli, inutili, distruttivi e messi in atto per nascondere profonde tare interiori, paure, debolezze e senso di inferiorità. Basta guardarsi attorno, ci sono persone che si arrabbiano per ogni inezia, altre che sono sempre in ansia, o paralizzate dal dubbio, o che reagiscono ad ogni stimolo con una iper-attività, o restano sempre inerti e rimandano al domani, o che passano dalla gioia al dolore tre volte ogni ora.
Urlare se capita di poggiare la mano su un oggetto che scotta, o se ci entra un chiodo in un piede, è una reazione naturale, ogni individuo in ogni parte del mondo reagisce così. Ma arrabbiarsi per una cosa che rende un altro triste, che per un terzo sarà fonte di angoscia e che magari lascerà un quarto completamente indifferente non ha nulla di naturale, si tratta invece di una modalità di reazione appresa. In un qualche momento della nostra vita abbiamo imparato a reagire così, abbiamo fatto una scelta, magari anche giusta, probabilmente ha funzionato e ci ha trasmesso la sensazione di poter risolvere tutti i problemi in quel modo. Con il tempo è entrata in automatico, e allora ci giustifichiamo dicendo che è carattere.
Non è vero, è solo pigrizia e stasi mentale, mancanza di fantasia, creatività ed elasticità. In realtà questo modo meccanico e ripetitivo di porci rispetto alle situazioni non ha nulla a che fare con il carattere, piuttosto con le sue carenze, e ci rende noiosi, prevedibili, pesanti e talvolta insopportabili. Limita le nostre capacità di relazione, riduce l’intelligenza e la sensibilità, paralizza la capacità di crescere, sperimentare ed evolvere, crea fastidio e disarmonia non solo in noi stessi ma anche nelle persone e nell’ambiente circostante.
Se vogliamo imparare a utilizzare in modo pieno il nostro potenziale mentale dobbiamo liberarci da ogni automatismo e risvegliare la coscienza nell’azione. Facciamo però attenzione a non sostituire un automatismo con la sua automatica negazione, perché così facendo riusciremmo solo a peggiorare la situazione. Conviene invece agire sull’intensità e sulla frequenza, cercando di ridurre le manifestazioni negative lasciando più spazio all’azione e al pensiero consapevole, unica opportunità di reale rinnovamento.
Dobbiamo ora prendere in considerazione l’aspetto speculare, in che modo i nostri atteggiamenti mentali influenzano gli accadimenti, favoriscono certi eventi e ne rendono altri improbabili. Questo è decisamente più difficile da spiegare e comprendere, ci sono per ognuno di noi migliaia di variabili e, per quanto si indaghi su queste relazioni, non si riuscirà mai ad arrivare a una qualche certezza. Ma usando il buon senso, spirito di osservazione e un po’ di onestà intellettuale si potranno raggiungere conclusioni soddisfacenti. Cominciamo ad osservare gli altri, che è sempre più facile.
Ci sono persone che ogni giorno riescono a litigare con qualcuno, altre che sono sempre coinvolte in disastrose storie d’amore, ci sono quelli che hanno un incidente dopo l’altro, o che si ammalano di continuo, o sono sempre in ritardo, o perdono tutte le occasioni per un soffio, si potrebbe continuare all’infinito. Sembra che ognuno di noi abbia una sua sfortuna selettiva che, come un pugile esperto, tende a colpire ogni volta nello stesso punto, sempre il più debole ed esposto. Può almeno venirci il sospetto che ci sia una causa diversa.
Potrebbe essere un nostro modo di atteggiarci, di muoverci, di relazionarci, di prendere decisioni e infine di pensare a essere debole e distorto.
Un’ipotesi sensata su come gli atteggiamenti mentali riescano ad influenzare gli avvenimenti e la stessa salute del corpo ci viene dalla comprensione della legge di vibrazione simpatica. Questa legge ci insegna che due vibrazioni oscillanti, abbastanza vicine in frequenza, tendono a entrare in armonia. E cosa sono i nostri pensieri se non vibrazioni che costantemente oscillano dentro e attorno a noi?
Le considerazioni che possiamo trarre da questa legge, che vale per la materia psichica non meno che per quella fisica, sono semplici ma di enorme importanza.
Se coltivo pensieri di amore, compassione e rispetto verso i miei simili entrerò più facilmente in sintonia con individui che hanno la stessa lunghezza d’onda. Non necessariamente dovremo avere le stesse opinioni, ma l’inclinazione del pensiero sarà simile. Ancora più importante, il mio atteggiamento stimolerà una reazione positiva anche in soggetti che sono momentaneamente su un’altra lunghezza d’onda, creando un eco con quel poco o tanto di buoni sentimenti che nascondono in se stessi. Se insisto con questa impostazione di pensiero e riesco a sostenerla per un tempo sufficiente, finirà per crearsi un’attitudine di serenità e affetto reciproca tra me e le persone con cui normalmente interagisco, un circuito virtuoso capace ogni volta di attivarsi per il solo fatto di incontrarsi o essere nella stessa stanza.
Questo ci fa capire quanto poco sia necessario per migliorare la nostra vita, ma non deve portarci a dimenticare la nuda oggettività della legge di risonanza. Così come funziona per l’amore o la compassione, ugualmente fa per l’odio, la paura, l’ansia, l’invidia, la conflittualità. Sembrano forse cose di limitata importanza, ma è da tanti piccoli pensieri nefasti, e dalle azioni che generano, che nascono le guerre, i genocidi, il razzismo e tutte le atrocità che affaticano la vita e la rendono indegna.
Anche molte malattie, del corpo e della mente, hanno origine in una errata impostazione mentale, come vedremo nel dettaglio. Ogni forma di pensiero conflittuale, disarmonica, che esasperi il desiderio, la frustrazione o altri sentimenti o percezioni distruttive, agisce come un campo di interferenza sul sistema nervoso e selettivamente su alcune funzioni del corpo, generando malattia, alterando cioè l’unità psicofisica.
Cambiare la qualità e i contenuti dei propri pensieri è facile, basta volerlo veramente, senza esitazioni, dubbi, ripensamenti, debolezze. Il difficile sta in questo, nel volerlo veramente e con interezza, perché la determinazione che una simile scelta comporta implica un’unità e compattezza che pochi di noi hanno. Siamo intrisi di desideri contrastanti, dubbi e paure di ogni genere. Il nostro Ego, l’insieme delle strutture comportamentali cristallizzate, interpreta qualsiasi vero cambiamento come una minaccia e lo ostacola in ogni modo. Essendo impaurito, ci limita soprattutto con la paura, fa sorgere in noi ogni genere di dubbi, ci depista con la pigrizia o gli eccessi razionali.
Abbiamo bisogno di un aiuto, di una strategia capace di portarci al di là delle ristrette vedute e dei timori della nostra personalità temporale. Ma superare le barriere dell’Ego in condizioni di veglia è impossibile, durante il sonno la coscienza è troppo confusa e alterata per poter operare, e durante il sonno profondo è praticamente assente.
Solo nella dimensione meditativa ci troviamo in una situazione ideale, con la giusta prospettiva, aperti, coscienti e supportati dagli influssi benefici della mente universale.