Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Maurizio Morelli

LA TERAPIA DELLA MEDITAZIONE

Meditazione e salute

La salute non è altro che l’equilibrio dinamico e in divenire tra le diverse componenti dell’essere umano, e tra questo insieme e l’ambiente circostante.

Equilibrio dinamico significa che la sintesi non è fissa ma invece in costante trasformazione, sia in forza di sollecitazioni interne che esterne. L’espressione “in divenire” implica una direzione e uno scopo, ci dice che la vita non è un casuale fenomeno biologico, ma ha un senso e un obiettivo da cogliere; il significato di ciò che siamo sta in ciò che possiamo essere e dovremo divenire. Estrinsecare, sviluppare e rendere agenti le proprie potenzialità è un altro modo per esprimere questo stesso concetto.

Ciò che da compattezza a questa sintesi, il collante, è il campo vitale, che ha la funzione di tenere assieme; lo possiamo paragonare ad un magnete, e più è potente tanto più l’insieme è stabile. Il campo vitale (anche aura) è a sua volta una sintesi, essendo determinato dall’irradiazione delle altre componenti. È una variabile dipendente. Di contro la malattia è una dissonanza di questo equilibrio dinamico e si manifesta come un’alterazione di uno o più organi o funzioni e una riduzione di intensità e compattezza del campo vitale. Vediamo quindi le principali modalità di dissonanza.

Iniziamo da ciò che è più importante: lo spirito divino che alberga in forma di scintilla nel cuore di ognuno di noi. Esso è eterno, immutabile e inalterabile, la sua luce non si esaurisce, la sua intensità non è soggetta a variazioni. È l’unico riferimento certo su cui fare affidamento, la nostra personale stella del mattino che, anche nella più buia notte dell’esistenza, può indicarci la direzione da seguire.

Lo spirito non può ammalarsi e ciò che talvolta viene indicato come problema spirituale ha relazione con una perdita di riferimento della psiche, che guarda nella direzione sbagliata. Avere un riferimento certo è una cosa, tenerne conto e seguirne le indicazioni un’altra.

Le componenti fisiche e psichiche sono invece soggette a trasformazioni e modifiche, sono in costante processo di adattamento e ridefinizione. Le qualità e caratteriste di questi mutamenti, di questi ripetuti passaggi da una disgregazione dell’equilibrio al suo recupero, si riflettono subitaneamente sul campo vitale, che trova forza e intensità nell’armonia e viene invece indebolito da tutti gli adattamenti che generano instabilità, o che risultano parziali, insufficienti o inadeguati. 

L’anima

L’anima è il DNA della mente individuale, la matrice sottile che contiene le impressioni, le informazioni e le esperienze accumulate nel tempo. Racchiude in sé il senso, lo scopo e il messaggio dell’esistenza individuale, i semi del Karma personale; Karma va inteso come legge di equilibrio universale, per cui ognuno riceve per quanto ha dato.

Questo non deve però portarci a conclusioni semplicistiche, secondo le logiche della nostra limitata visione. Il Karma non agisce su base meritocratica, sei stato bravo e ti do l’aumento, ma piuttosto fornendo occasioni di coscienza, l’opportunità di rientrare nell’equilibrio cosmico, magari attraverso un evento apparentemente nefasto.

Quella che potrebbe essere scambiata per una punizione o una pena non necessariamente corrisponde a un ritorno negativo. La scintilla divina che è in noi ci trasmette costantemente l’aspirazione alla salute e alla felicità ma secondo logiche che non corrispondono alle nostre, e che non sono limitate dalla percezione temporale. Salute e felicità in senso spirituale sono luce e coscienza e le indicazioni per ritrovarle possono prendere anche la forma di un evento poco  gradevole. Così un karma apparentemente negativo come la malattia può essere inteso come un preciso messaggio e una preziosa guida, non una punizione ma un aiuto.

I messaggi che l’anima racchiude sono come marchi impressi con il fuoco; per questo modificarli o aggiungerne di nuovi risulta talvolta difficile. Solo esperienze di grande intensità riescono a mutarne gli indirizzi, o una ripetizione costante e prolungata di certi atteggiamenti. Questo comporta che, nella maggior parte dei casi, sono necessari eventi particolarmente significativi e potenti per dare una vera svolta alla nostra vita, per farci ritrovare il contatto con la nostra interiorità più autentica e ancestrale.

Per quanto riguarda le condizioni fisiche, esse non hanno alcun influsso sull’anima se non attraverso le impressioni trasmesse dalla mente.

La mente

La mente individuale è un frammento o parte della mente cosmica, una sorta di dote che ci viene concessa alla nascita. Come acqua di mare assorbita in una spugna, ha le stesse proprietà della sostanza originaria, ma dall’istante della separazione in poi inizia a subire dei mutamenti che dipendono dalla qualità del contenitore, dal nuovo ambiente e dalla perdita di contatto con quello originario.

Lo sviluppo delle sue potenzialità e l’estrinsecarsi delle sue funzioni subisce tanto gli influssi dell’anima quanto quelli del corpo e dell’ambiente circostante.

Nel momento dell’incarnazione il potenziale mentale riceve l’imprinting dell’anima, le inclinazioni e le linee di sviluppo che sono in relazione con il Karma individuale, in senso lato il programma di esami che dobbiamo sostenere in questa vita. L’integrazione con la densità del corpo fisico e le sue necessità ha un potente effetto oscurante, e altrettanto determinanti sono le esperienze di relazione con l’ambiente, che la mente riceve come percezioni sensoriali.

Sottoposta a stimoli e influssi così numerosi e diversi la mente individuale sviluppa delle dinamiche interne seguendo da un lato il suo naturale impulso a comprendere, dall’altro la necessità di mantenere l’equilibrio facendo fronte a così numerose e diverse sollecitazioni. Dal momento in cui radicano, questi circuiti di pensiero divengono percorsi preferenziali, con tendenza alla ripetitività, e in questo senso ulteriori elementi di limite al dispiegarsi dell’energia mentale, forme di autoriduzione e perdite di creatività.

Per un’energia così sottile, impalpabile e volatile come quella mentale questo ambiente, e l’essere sottoposta a così tanti stimoli difficilmente conciliabili, comporta non pochi disagi. Essa non ha spazio sufficiente, e alle costrizioni esterne si aggiungono quella che essa stessa si crea con l’attività pensante. Cerca delle soluzioni all’interno delle sue limitate possibilità di esperienza e percezione, ma non sempre riesce a trovarne;  quelle che trova sono parziali, momentanee, inquinate da necessità contingenti e mai risolutive.

Talvolta accetta e trova un po’ di pace, più spesso si agita ulteriormente disperdendo la sua energia in un vortice di pensieri inconcludenti. Come un uomo che, chiuso in una stanza sigillata, agiti le braccia per fare girare l’aria, ottiene un effetto opposto a quello sperato. Meglio è mettersi calmi e, raccolte sufficienti energie, cercare un passaggio verso l’esterno, aprire una finestra, recuperare il contatto con la mente universale. Per fare questo, anche solo per riuscire a pensarlo, è necessario superare l’identificazione con il corpo e l’Ego, risvegliare almeno un poco la coscienza alla luce dello spirito.

Il corpo

Il corpo è la componente più solida e al tempo stesso la più fragile. Le caratteristiche fisiche con cui nasciamo dipendono da quelle dei nostri genitori, in una catena di eventi interdipendenti che ci porta indietro all’infinito. Inoltre la fisicità è estremamente sensibile all’ambiente esterno e ha necessità incombenti che devono continuamente essere soddisfatte. Alimentazione inadeguata, mancanza di movimento o sforzi eccessivi, aria inquinata e ambienti malsani, umidità e correnti d’aria, tutto questo e molto altro può causare danni al corpo che richiede cure e protezione costanti.

Ma non sono solo gli agenti esterni e la naturale tendenza alla disgregazione a indebolire e fare ammalare il corpo. Le sue relazioni con la mente sono primarie e a esse reagisce offrendo pochissima resistenza, lasciandosi modellare come cera. Così se una mente tranquilla diviene un elemento di salute e armonia, ogni trauma e dinamica mentale negativa imprime nel corpo il suo segno causando disturbi talvolta fastidiosi, altre gravi.

 

Il campo vitale, fattore primario di salute

Il campo vitale, conosciuto anche come campo energetico o aura è formato dall’insieme delle irradiazioni generate dal principio spirituale, dalla psiche e dal corpo. Come nuvole attorno a un monte esso circonda il corpo, che ha la funzione di polo gravitazionale, espandendosi su tutti i lati.  Il campo vitale ha 3 funzioni fondamentali:

  1. Fa delle singole parti un’unità.
  2. Protegge l’insieme e ogni sua parte utilizzando l’energia maggiormente disponibile.
  3. Favorisce la comunicazione e l’integrazione tra differenti livelli di energia.

 

Come un figlio amorevole si prende cura dei genitori, così il campo vitale mantiene integro ciò che lo ha generato, e in tal modo garantisce armonia e salute e la sua stessa esistenza. È la nostra migliore protezione.

Per capire l’azione del campo vitale facciamo un semplice esempio:

Consideriamo un disturbo assai frequente e ben conosciuto, l’influenza. In una stanza ci sono dieci persone, una di queste è malata, le altre sane. Ci sono starnuti e colpi di tosse e in pochi secondi tutti i presenti sono entrati in contatto con il virus, sono stati contagiati. Quattro si ammalano, gli altri cinque restano immuni. Tra quelli che contraggono l’influenza uno se la cava in 2 giorni con sintomi lievi, per gli altri sarà necessaria una settimana e il quarto finisce in ospedale per gravi complicazioni.

C’è una differenza di reazione che ci fa capire come il percorso causa-effetto della malattia sia meno lineare di quanto sembra. L’evidenza viene dal considerare solo i soggetti malati, per tutti quelli che hanno contratto l’influenza la causa è il virus. La domanda che dobbiamo farci è: “Cosa ha protetto gli altri, quelli che si sono mantenuti sani?. E perché ci sono differenze nel decorso della malattia, tra quelli in cui si è manifestata?”. Agendo su questo elemento possiamo fare qualcosa di estremamente importante, evitare la malattia e, quando questo non sia possibile, ridurne gli effetti deleteri e accelerare la guarigione.

Questo “fattore primario di salute”, la panacea universale, è il campo vitale. Interpretarne la natura ci aiuta a capire perché alcuni si ammalano e altri no, indipendentemente dalle cause della malattia, e anche perché un soggetto sviluppa con facilità certi disturbi mentre sembra immune rispetto ad altri. Possiamo anche affermare che, se sicuramente è vero che ogni malattia ha una sua causa oggettiva, la sua possibilità di attecchire e svilupparsi è determinata da fattori soggettivi, in particolare dalla maggiore o minore forza del campo vitale.

 

Potenziare il campo vitale

La forza del campo vitale è determinata dalla somma delle irradiazioni di tutti gli elementi che compongono l’essere umano. Dato come acquisito che il principio spirituale è stabile e immutabile, quindi non soggetto a variazioni, ci rimane la possibilità di agire opportunamente per intensificare l’energia psichica e quella fisica. Non si tratta solo di aumentarne la forza, ma di farlo rispettando alcune regole base che riguardano l’insieme e sono:

Legge delle proporzioni. Tutte le tipologie di irradiazione devono essere presenti in percentuali sufficienti ma non eccessive. Un eccesso di caratterizzazione altera l’insieme e lo rende permeabile riducendo la sensibilità a tutte quelle percezioni che non hanno sintonia con l’elemento preponderante. Una minestra di verdura è un insieme il cui sapore è un’armonia, così deve essere il campo vitale. Se eccedete con un elemento avrete una minestra di patate, di cavolo, o di fagioli, con un sapore che copre tutti gli altri. Può essere gradevolissima, ma è un’altra cosa.

Fluidità. Con questo termine si intende la possibilità e capacità di trasformare, al bisogno, un’energia in un’altra. La fluidità permette di sopperire, entro certi limiti, a  momentanee carenze, o necessità di incremento, di una specifica tipologia di irradiazione. Non esistono regole fisse, è una sensibilità individuale che va sviluppata, la capacità di intuire soluzioni a situazioni di alterazione del campo vitale, e metterle in pratica. Si tratta proprio della capacità di andare oltre ogni regola, superare il limite razionale e saper cogliere l’attimo seguendo l’impulso interiore. Per fare un esempio, quando decidiamo di andare a fare una camminata di buon passo per distrarci da una preoccupazione mentale, applichiamo il principio della fluidità. L’accumulo di energia mentale dissonante generata dall’essere preoccupati viene trasformata in calore attraverso il movimento, e dispersa nell’ambiente. Questo ovviamente non elimina il problema, qualsiasi esso sia, risolve però la congestione mentale impedendo che degeneri in malessere fisico. Inoltre ci pone in una prospettiva più vantaggiosa per trovare una soluzione idonea.

Rispetto delle gerarchie. Le irradiazioni sono tutte necessarie, ma non sono tutte uguali in ordine di importanza. La differenza sta nell’intensità, nella qualità delle informazioni che contengono e nella stabilità. Ciò che determina la gerarchia è la direzione della coscienza individuale, e più questa è in sintonia con l’ordine universale tanto maggiore sarà la forza e la resistenza del campo vitale. Per rispettare questo ordine la coscienza va orientata spiritualmente, Questo da riferimenti certi, direzione e senso al dispiegarsi dell’energia vitale. Quando è orientata spiritualmente la coscienza diviene maggiormente stabile e percepisce da una prospettiva più alta ed ampia.

In secondo grado deve aprire alle energie psichiche, mentre il corpo sta al livello inferiore. Questo non significa considerare il corpo poco importante o addirittura disprezzarlo. La coscienza è come una luce, e se volete sfruttare al massimo il suo potere illuminante dovete collocarla in alto, esattamente come si fa con un lampadario, lo si appende in alto a qualcosa di stabile.

 

Equilibrio psicofisico e meditazione

Sia che vogliamo mantenere la salute, comprendere il significato più profondo della vita e migliorarne la qualità, o superare condizioni di squilibrio o vera e propria malattia, dobbiamo agire sul campo vitale, per completarne e intensificarne l’irradiazione. Questo richiede un’azione su più livelli e il rispetto di certe regole e metodiche.

Sintetizzando i concetti appena esposti ne consegue che la forza del campo vitale è determinata dalla somma delle irradiazioni di tutti gli elementi che formano l’essere umano, dalle loro proporzioni, dall’orientamento della coscienza e da una buona dose di fluidità, che possiamo anche definire capacità di comunicazione e adattamento.

Abbiamo anche verificato che il principio spirituale non è variabile, ma solo maggiormente percepibile in ragione di un corretto orientamento della coscienza. Anche la possibilità di divenire sensibili ai sottili messaggi dell’anima è in primo luogo una questione di sensibilità e purezza mentale. Inoltre abbiamo bisogno di una grande intensità per modificare le sue inclinazioni e il Karma in essa contenuto.

Il nostro campo di azione, le nostre reali possibilità di mutamento in meglio si restringono alla mente e al corpo, senza dimenticare che tra i due la mente racchiude maggiori potenzialità e possibilità.

La direzione dell’incarnazione è corpo – mente, la mente fa sue le esperienze e le sensazioni del corpo e ne acquisisce i limiti. Il percorso dell’evoluzione, della salute e della liberazione è rovesciato, dalla mente al corpo. Da un lato il mentale deve purificarsi dei limiti e delle inibizioni acquisite dall’identificazione con la fisicità e dalle errate dinamiche mentali, dall’altro le sue potenzialità dovranno trasformarsi in adattamenti biologici, in primo luogo attraverso adeguamenti del sistema nervoso e ormonale.

In questo processo gli ostacoli maggiori sono la rigidità dell’Ego, che si oppone a ogni riduzione del suo potere, e la nostra cronica mancanza di energia che ha proprio nell’Ego temporalmente e fisicamente orientato la sua principale causa. Come in un regno mal governato le spese della corte consumano le migliori risorse, lasciando la popolazione nella miseria e inibendo lo sviluppo e il progresso, allo stesso modo noi sperperiamo le nostre migliori energie inseguendo desideri vani, coltivando frustrazioni e rancori, lasciando la nostra mente in balia del corpo, dei suoi appetiti e delle sue paure. Per invertire questo processo dobbiamo recuperare padronanza della nostra mente, darle spazio sufficiente per esprimersi, aprirci al contatto con la mente universale, unica possibile fonte di quella conoscenza ed energia che ci è tanto necessaria.

Esistono molte metodiche terapeutiche efficaci per ristabilire un certo equilibrio psicosomatico, ma finché continuiamo a muoverci all’interno dei ristretti confini dell’Ego non faremo altro che girare e rigirare attorno alle nostre esperienze passate, acquisendo piccoli vantaggi con grande fatica. Solo la meditazione ha tutti i requisiti necessari per essere una reale e completa terapia. È orientata spiritualmente, ci apre agli influssi della mente universale, ci pone in contatto con gli aspetti più misteriosi delle dinamiche mentali e, attraverso la sensibilità psichica, in relazione con i processi biologici del corpo.

Nella dimensione meditativa la coscienza sviluppa un processo di sintesi tra le varie componenti dell’essere umano, lo fa da una posizione che è fuori dall’Ego, per diretta influenza della luce spirituale e tramite gli impulsi della mente cosmica. Gli influssi e le informazioni che il corpo e la psiche ricevono sono di qualità superiore ed esenti da errore.

Per questo la meditazione è così efficace.