Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Sara Cusmano

SRI CHINMOY

La produzione artistica e letteraria

La pittura

Il 19 novembre 1974 Sri Chinmoy sentì un’urgenza interiore. Uscì di casa per andare a comprare matite e carta da disegno e disegnò la sua prima delicatissima rosa. Il suo viaggio nel mondo dell’arte era iniziato. I suoi dipinti scaturivano direttamente dalla connessione interiore che aveva con la sua anima, con il suo Sé più elevato. Inizialmente i suoi disegni erano più complessi, ma mano a mano divennero più stilizzati e semplici. Usò ogni tecnica di pittura nel corso della sua produzione, per arrivare nell’ultimo periodo a creare mondi di colore usando spugne marine, pennelli di varie misure e le sue stesse dita. I jharna-kala – così chiamava i suoi dipinti multicolore; letteralmente significa arte della fonte – non rappresentavano più oggetti del mondo reale, ma stati di coscienza trasposti su tela.
Il 3 ottobre 1975, in meno di un anno, Sri Chinmoy aveva completato 100.000 dipinti. Il 29 aprile 1976 dipinse una tela lunga oltre 8 metri e alta 3 metri e mezzo che intitolò Più grande del grande. Quando Henry Geldzahler, curatore della collezione d’arte del 20simo secolo al Metropolitan Museum of Art di New York, la vide esclamò “Questa è straordinaria! Un universo compatto.”
Il presidente Gorbachov ha così commentato le sue opere “I tuoi dipinti così colmi di vita e di luce ci hanno profondamente impressionato. Le tue creazioni saranno capaci di ispirare, e contemporaneamente aiutare, la nobile causa del rinnovamento spirituale del genere umano.”
I suoi dipinti sono stati esposti in varie parti del mondo, tra cui il Louvre di Parigi e le Nazioni Unite a New York.

I birds

Il 29 dicembre 1991 Sri Chinmoy prese un pezzo di carta e tracciò alcune linee con una penna a sfera: emerse la forma di un uccello in volo, semplici linee morbide che riportavano sul foglio il volo della nostra anima verso la Meta Interiore.
Sri Chinmoy stesso disse “Quando gli uccellini volano nel cielo, ci ricordano l’anima che ognuno di noi incarna. La mia anima, la tua anima, l’anima di tutti ha iniziato qui la sua esistenza provenendo dal Cielo. Così quando pensiamo a questi uccellini, sentiamo il desiderio di tornare alla nostra Sorgente.”
Da allora Sri Chinmoy ha dipinto milioni di uccellini, conservati in vari posti a New York da Ranjana Ghose, sua figlia adottiva.
Alcune persone pensano che quantità e qualità non possano procedere insieme ma Sri Chinmoy in proposito dissente “Io sono responsabile della quantità; il mio Pilota Interiore, il mio Signore Supremo, con grande compassione, lo è della qualità.”

La musica

Nel 1976 Sri Chinmoy inizia a suonare l’esraj, suo strumento preferito. Non ha mai preso lezioni di musica, semplicemente inizia a suonare uno strumento fino a che non entra in sintonia con esso e ne porta fuori la vera voce. Quando suona entra in uno stato meditativo e lascia che le sue mani si muovano da sole, guidate dal Pilota Interiore che agisce attraverso di lui, usandolo come suo strumento di manifestazione.
Nel 1955 suonò 150 strumenti in onore del 50simo anniversario delle Nazioni Unite, tra cui ricordiamo il violoncello, il violino, il flauto traverso, l’harmonium e molti altri.
Dal 1984 iniziò a offrire concerti per la Pace in tutto il mondo, in forma gratuita. Lo scopo era quello di ispirare le persone a vivere nella pace e ricercare l’armonia interiore. Con la sua musica voleva innalzare il livello di coscienza delle persone, affinché aspirassero a un mondo migliore e più vasto di quello comunemente vissuto.
Dopo aver ascoltato l’esecuzione di Sri Chinmoy nel 2004, il famoso flautista Paul Horn, suo amico personale, disse “ Il tuo concerto questa sera era così puro e colmo di ispirazione, proveniente dalla parte più profonda della tua anima. Lo strumento era l’estensione dell’elevatezza del tuo Sé interiore, ed ha toccato tutti noi al nostro livello più profondo.”

Oltre a suonare, Sri Chinmoy si è distinto anche nella composizione di canti devozionali, che egli udiva costantemente provenire dal mondo interiore. Nel corso della sua vita ne ha scritti centinaia e come diceva lui stesso, al massimo uno o due sono superficiali, gli altri sono paragonabili come elevatezza agli antichi canti sanscriti, comunemente recitati nelle tradizioni yogiche.
Sri Chinmoy diceva che subito dopo la meditazione il miglior modo per approcciare il Divino è attraverso il canto spirituale. Per questo ha composto così tanti canti, per offrire migliaia di opportunità ai cercatori della Verità per elevare la propria coscienza.
Oltre ai canti devozionali, Sri Chinmoy è stato ispirato a onorare oltre 560 persone con un canto speciale dedicato solo a loro. Tra queste possiamo ricordare Beethoven, Einstein, il presidente Gorbachev e Madre Teresa di Calcutta.
Ha anche scritto canti dedicati ad ogni nazione, per esaltarne le specifiche e uniche qualità interiori che ognuna di esse possiede, e infine canti dedicati ai grandi Avatar: Sri Krishna, il Cristo, il Buddha, Sri Rmamakrishna, Sri Aurobindo e molti altri.

Nel 1982 crea un gruppo di canto speciale composto da 50 membri con a capo la figlia adottiva Ranjhana Ghose, che eseguono canti devozionali, bhajan, dedicati alle Divinità Cosmiche indiane.

La poesia

Già all’ashram Sri Chinmoy aveva brillato nella composizione di alcune sue poesie. In quel periodo scrisse il suo primo poema in lingua inglese:

The Golden flute

A sea of Peace and Joy and Light
Beyond my reach I know.
In me the storm-tossed weeping night
Finds room to rage and flow.

I cry aloud all in vain;
I helpless, the earth unkind!
What soul of might can share my pain?
Death-dart alone I find.

A raft am I on the sea of Time;
My oars are washed away.
How can I hope to reach the clime
Of God’s eternal Day?

But hark! I hear Thy golden Flute;
Its notes bring the Summit down.
Now safe I am, O Absolute!
Gone death, gone night’s stark frown!

Il flauto d’oro

Un mare di Pace e Gioia e Luce
conosco, irraggiungibile.
In me la notte sconvolta dalla tempesta del pianto
trova spazio per il fluire della rabbia.

Piango ad alta voce, ma invano;
sono indifeso, la terra ostile!
Quale anima potente può condividere la mia sofferenza?
Solo il dardo della morte ho trovato.

Sono una zattera nel mare del Tempo;
i miei remi sono stati spazzati via.
Come posso sperare di raggiungere la regione
del Giorno eterno di Dio?

Ma ascolta! Odo il tuo Flauto d’oro;
le sue note portano giù l’Altissimo.
Ora sono salvo, o Assoluto!
Andata la morte, andato il crudo cipiglio della notte!

Sri Chinmoy, in quanto anima realizzata, era aldilà dei sentimenti come la rabbia, il dolore, il pianto. Quando un’anima raggiunge la realizzazione esce dal gioco della vita e rimane distaccato da tutti i suoi moti. Ma per poter sostenere e aiutare l’umanità, una parte di se stesso è dovuta rimanere identificata con il mondo, con le sue gioie e dolori. Questo è quello che fa un vero Maestro spirituale. Prende il dolore e l’imperfezione che ancora sono presenti nell’umanità e li carica su di sé per dare in cambio Luce e Amore incondizionati.

Sicuramente la poesia più elevata scritta da lui è stata L’Assoluto. Il Maestro esortava i suoi discepoli a ripetere almeno una volta al giorno questo scritto perché li avrebbe aiutati a fare il progresso più veloce verso la realizzazione interiore. Meditare su questa poesia vuol dire meditare sul significato profondo della realizzazione personale. Ogni sua riga ci fa capire in che direzione muoverci per avvicinarci alla Verità profonda celata dentro ognuno di noi.

The Absolute

No mind, no form, I only exist;
Now ceased all will and thought.
The final end of nature’s dance.
I am It whom I have sought.

A realm of Bliss, bare, ultimate,
beyond both knowner and known.
A rest immense I enjoy at last;
I face the One alone.

I have crossed the secret ways of life;
I have become di Goal.
The Truth immutable is revealed;
I am the way, the God-Soul.

My spirit aware of all the heights,
I am mute in the core of the sun.
I barter nothing with time and deeds;
My cosmic play is done.

L’Assoluto

Niente mente, niente forma, io solo esisto;
Ora sono cessati ogni volontà e pensiero.
La fine ultima della danza della Natura;
Sono Colui che ho cercato.

Un regno di Beatitudine nuda, estrema,
Aldilà del conoscitore e del conosciuto.
Gioisco infine un riposo immenso;
Sono volto all’Uno solamente.

Ho attraversato le segrete vie della vita;
Sono divenuto la Meta.
La Verità immutabile è rivelata;
Io sono la Via, l’Anima-Dio.

Il mio spirito consapevole di tutte le altezze,
Sono muto al centro del Sole.
Nulla baratto con il tempo e le azioni;
Il mio gioco cosmico è compiuto.

Gli aforismi

Nel corso della sua esistenza Sri Chinmoy ha scritto centinaia di aforismi, producendo anche raccolte da guinness dei primati, tra cui ne spiccano tre:

Ten Thousand Flower-Flames, scritta tra il 1978 e il 1983, una raccolta di 10.000 aforismi.
Twenty-Seven Thousand Aspiration-Plants, scritta tra il 1983 e il 1998, una raccolta di 27.000 aforismi.
Seventy-seven Thousand Service-Trees, iniziata nel 1998 e mai finita. È riuscito ad arrivare a 50.000 aforismi prima di lasciare il corpo nel 2007.

Le conferenze

Tra il 1960 e il 1970 Sri Chinmoy viaggiò molto per tenere conferenze nelle università su vari aspetti della filosofia spirituale. Questi insegnamenti sono stati raccolti nel libro Eastern Light for the Western mind (luce dall’oriente per la mente dell’occidente).

Qui di seguito ne riporto alcuni estratti.

Università di Puerto Rico, 26 agosto 1968
“Atmanam Viddhi-conosci te stesso. Ogni individuo deve conoscere se stesso. Deve conoscere se stesso come l’infinita, l’eterna e l’immortale Coscienza. Il concetto di Infinito, Eternità e Immortalità ci sono del tutto estranei. Perché? La ragione è semplice. Viviamo nel corpo piuttosto che nell’anima. Per noi il corpo è tutto, nulla c’è aldilà di esso. L’esistenza dell’anima la consideriamo mera immaginazione. Ma vi posso assicurare che l’anima non è immaginaria. È al contempo sia vita che rivelazione della Realtà Cosmica. La maggior parte di noi vive nel corpo, nella coscienza fisica legata alla terra. Il nostro maestro è l’Oscurità, il nostro professore l’Ignoranza. Ma se solo vivessimo nell’anima vedremo che il nostro maestro è la Visione e il nostro professore l’Illuminazione.”

Università Siracusa, New York, 1 ottobre 1969
“Per essere veri, puri, forti e coraggiosi, quello che ci occorre è la nostra Voce Interiore. La nostra Voce Interiore è il Potere della Verità dentro di noi. La nostra voce esteriore è il potere del denaro fuori da noi. L’uomo non è puro abbastanza da vedere il Potere della Verità operare nel suo mondo esteriore di desideri e richieste. L’uomo non è fortunato abbastanza per vedere il potere del denaro operare nel suo mondo di aspirazione e necessità. Il Potere della Verità usato per l’umanità e il potere del denaro usato per la divinità possono cambiare e cambieranno il volto del mondo. Il Potere della Verità risveglierà e illuminerà l’umanità dormiente e avvolta nel buio. Il potere del denaro servirerà e appagherà l’ancora inappagata divinità sulla terra.”

Altro

Sri Chinmoy ha scritto anche una gran varietà di opere teatrali, soprattutto su grandi maestri del passato, come il Buddha o Cristo, e poi ancora libri che trattano di ogni aspetto dell’esistenza: sull’alimentazione, la salute, l’astrologia, l’occultismo, la meditazione, brani divertenti e di ispirazione per ogni genere di età. La sua produzione letteraria è stata vastissima.