Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Roberta Mambriani

YOGA E AUTISMO – Tesi per il conseguimento del diploma di Istruttrice di Hatha Yoga

CAPITOLO 3. AUTISMO E MOVIMENTO

Le linee guida per l’Autismo suggeriscono diversi tipi di interventi riabilitativi e fra questi rientrano anche interventi di psicomotricità e di attività motoria in generale.

La psicomotricità aiuta lo sviluppo del coordinamento dei movimenti, dell’orientamento spaziale, della coscienza del proprio corpo, favorisce il rilassamento e stimola la socializzazione.

Generalmente l’attività motoria può risultare difficile per il bambino con Autismo, per diverse cause:

  • difficoltà di coordinazione dei movimenti
  • scarsa comprensione delle regole
  • alternanze di ritmo nell’attività

Sperimentazioni condotte negli ultimi anni nell’ambito dell’attività motoria hanno dimostrato che questi problemi possono essere superati grazie ad un approccio individualizzato, costante e sistematico.

La Terapia Psicomotoria ha come obiettivo primario quello di permettere al bambino autistico di arrivare a conoscere meglio il proprio corpo per poter agire con più tranquillità con l’ambiente che lo circonda. La maggiore attenzione verso gli stimoli propriocettivi ed ambientali, la loro più appropriata percezione ed una conseguente più appropriata risposta aiutano gradualmente il bambino autistico ad uscire dal suo isolamento, soprattutto nel caso in cui tale chiusura costituisce una reazione di difesa a stimolazioni percepite come eccessive.

Tra le attività psicomotorie che possono essere previste in un programma di aiuto per il bambino autistico, le principali sono:

  • tutte le attività che aiutano il bambino a sentirsi più autonomo: nel mangiare, nel vestirsi, nella pulizia personale, nella condivisione degli spazi;
  • le attività che permettono di prendere coscienza e conoscenza del proprio corpo;
  • le attività che sviluppano la consapevolezza della propria posizione nello spazio riferito al rapporto con gli oggetti, con l’obiettivo di raggiungere la distanza ottimale fra sé e gli altri;
  • le attività di orientamento spaziale, che favoriscono la conoscenza dei luoghi e la successiva capacità di muoversi in essi senza bisogno di assistenza.

Attraverso la Terapia Psicomotoria per i bambini autistici ci si propone, in generale, di raggiungere questi risultati:

  • favorire la comparsa di segnalatori sociali (contatto oculare – sorriso),
  • aumentare i tempi di attenzione,
  • facilitare l’uso appropriato degli oggetti,
  • stimolare la comunicazione,
  • arricchire il vocabolario,
  • scoraggiare i comportamenti iperattivi e le condotte autolesive.

Tali obiettivi sono raggiungibili considerando che qualsiasi tipo di attività fisica coinvolge diversi aspetti:

  • aspetti neuro e psicomotori: l’attività motoria/fisica interessa numerose aree cerebrali che sono preposte al movimento e ne regolano la preparazione e l’esecuzione;
  • aspetti educativi: coinvolgono l’area dell’apprendimento. L’attività fisica educa all’interattività, stimolando l’orientamento, l’attenzione, l’interesse per il viso umano, l’imitazione. Inoltre insegna il rispetto di regole specifiche, di ciò che si può e non si può fare.
  • aspetti ludici: il divertimento favorisce il rilassamento e l’interazione con gli altri.

Particolarmente efficace si è dimostrata la psicomotricità in acqua, dove l’elemento liquido interviene come mediatore. In acqua infatti cambiano tutte le dinamiche relazionali, di equilibrio, di movimento e di percezione. Il contatto con l’acqua genera sensazioni propriocettive molto diverse rispetto a quelle create dal contatto con l’aria.

Lo sviluppo di ogni essere umano comincia nell’acqua e nell’acqua ogni movimento risulta facilitato, favorendo una maggiore percezione del proprio corpo. Anche la consapevolezza della respirazione risulta aumentata. Il contatto con l’elemento liquido, se avviene alla giusta temperatura, favorisce il rilassamento, lenisce i dolori e migliora la circolazione sanguigna.

I benefici dell’attività in acqua riguardano non solo la motricità, ma coinvolgono la sfera affettiva, cognitiva e relazionale.

Ad oggi l’attività fisica e la pratica di uno sport sono riconosciute dal mondo medico-scientifico come efficaci strumenti riabilitativi e terapeutici.

Ma quale sport consigliare, oltre al nuoto, per i bambini autistici? Sono solitamente sconsigliati gli sport a squadre, in quanto la partecipazione ad essi implica un grado di comunicazione molto elevato con i compagni di squadra.

Gli sport maggiormente consigliati sono:

  • ATLETICA: richiede capacità comunicative minori rispetto ad altri tipi di sport.
  • EQUITAZIONE: il contatto fra il bambino autistico ed il cavallo favorisce l’apertura verso il mondo esterno, imparando a conoscere e gestire situazioni semplici come il movimento della criniera e delle orecchie dell’animale. La serialitá delle regole imposte da questa disciplina ha poi una funzione rassicurante, superata l’iniziale difficoltà ad accettare le regole stesse. Il rapporto con il cavallo risveglia tutti i sensi del cavaliere autistico, grazie al movimento, al calore e all’odore. Sviluppa le potenzialità muscolari, necessarie per mantenere l’equilibrio, favorisce la percezione dello schema corporeo (data la necessità di distinguere la destra e la sinistra, il davanti ed il dietro, il dentro ed il fuori). Ancora più importante, attraverso il rapporto con il cavallo favorisce lo sviluppo delle capacita intellettive: quando il cavaliere é in sella é necessario che mantenga attenzione, concentrazione e memoria. Infine, il rapporto con l’animale stimola le capacità relazionali ed empatiche, potenziando la motivazione a comunicare anche con gli esseri umani.
  • ESCURSIONISMO: la pace e la quiete della natura possono alleviare lo stato di stress. Fare escursioni all’aria aperta può essere un modo facile e divertente per fare esercizio fisico senza la necessità di intense comunicazioni sociali.
  • ARTI MARZIALI: queste discipline rispondono all’esigenza di prevedibilità e ripetizione delle persone con Autismo. Inoltre possono aiutare a sviluppare l’interazione fisica con gli altri. A qualsiasi istruttore o insegnante, indipendentemente dalla disciplina, può accadere di avere fra i propri allievi un bambino autistico. È necessario tener presente alcune considerazioni generali, pur sapendo che ogni caso sarà da valutare individualmente.

Comunicazione visiva

Spesso i bambini autistici hanno un apprendimento di tipo visivo. Ciò che si vuole insegnare deve essere suddiviso in piccoli pezzi/sequenze perché possa essere imparato. Può essere utile fornire una scaletta con l’esatta indicazione di quello che verrà fatto durante la lezione, includendo delle immagini che mostrano il bambino che arriva, si cambia, partecipa alla lezione, si riveste e poi va a casa. Una copia plastificata di questa sequenza può anche essere affissa nella sala in cui si svolge la lezione.

Istruzioni a voce

Per un bambino autistico può essere difficile seguire delle istruzioni che vengono date ad un intero gruppo, e può essere necessario ripeterle individualmente, facendo precedere l’istruzione dal nome proprio del bambino. La voce deve essere calma, il tono basso, bisogna parlare lentamente ed in modo chiaro, senza sovraccaricare il bambino di troppe istruzioni che lo confonderebbero. Bisogna evitare di usare metafore nel discorso, perché non verrebbero comprese.

Pianificazioni

Le situazioni nuove e sconosciute generano ansia nel bambino autistico ed é quindi importante pianificare per tempo e con attenzione qualsiasi nuova attività.

Cosa dire agli altri bambini?

La decisione di comunicare agli altri la presenza di un bambino autistico spetta sempre ai genitori. Ogni soluzione presenta dei pro e dei contro, e la valutazione deve essere fatta tenendo conto dello specifico caso. Nel caso in cui si decida di dirlo agli altri allievi é importante far si che capiscano quali sono le differenze con il bambino autistico e perché gli possa essere richiesto di fare qualcosa di diverso. Un altro vantaggio a favore di questa decisione é che i compagni possono essere usati per mostrare al bambino autistico come fare una determinata cosa.

Regole ed ambiente

I bambini autistici si trovano a loro agio in un ambiente strutturato. Le regole possono essere insegnate utilizzando il linguaggio visivo ed affiggendo immagini ai muri.

Senso del pericolo

Può accadere che questo manchi al bambino autistico e che egli non sia in grado di prevedere le conseguenze delle azioni. Bisogna quindi prestare particolare attenzione a questo aspetto.

Iper/Iposensibilita

I bambini con Autismo possono essere iper/iposensibili agli stimoli sensoriali (luce, rumore). Se é possibile, é bene prevedere un posto tranquillo dove i bambini possono andare a calmarsi quando troppi stimoli li mettono in agitazione. La relazione, la competenza e la comunicazione dell’insegnante sono elementi fondamentali per rendere positiva l’esperienza, e perché il bambino autistico ne possa avere una buona memoria.