Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Shila Morelli

KRISHNAMURTI

1. Da uomo a maestro

1.1 Profezie
1.1.1 La scoperta

Primavera 1909. Il sole del tardo pomeriggio scaldava la spiaggia di Adyar, vicino a Madras, nella baia del Bengala. Poco distante sorgeva il quartier generale della Società teosofica.
Quel giorno Leadbeater, un uomo al quale venivano attribuiti poteri di chiaroveggenza, notò Krishnamurti fra un gruppo di bambini che facevano il bagno; a suo dire il ragazzo aveva un’aura di intensa bellezza e misura, priva di ogni forma di egoismo ed era destinato a diventare un grande maestro e oratore spirituale.
Krishnamurti a quell’epoca era un ragazzino di quattordici anni, emaciato e malnutrito. I capelli erano rasati fino in cima al capo e ricadevano poi lunghi oltre le spalle. I denti erano storti. Gli occhi, grandi e lucenti, conferivano un’intensa dolcezza ai suoi tratti. In molti pensavano che fosse ritardato a causa della sua costante disattenzione e dell’espressione assente e sognante del suo viso. A parte un’inspiegabile passione per la meccanica non aveva alcun interesse per la scuola e spesso veniva picchiato dagli insegnanti. Girava sempre accompagnato dal suo fratellino Nityananda, al quale era profondamente legato.
Suo padre, il bramino Jiddu Narianiah, da molti anni teosofo, aveva fatto parte in passato del dipartimento finanziario del governo inglese; nel 1907 venne collocato forzatamente a riposo, con una pensione pari a metà del precedente stipendio.
Egli era vedovo e solo ad accudire i quattro figli maschi sopravvissuti, poiché la figlia si era appena sposata. Decise così di scrivere alla Besant che, dopo qualche riluttanza, gli offrì un posto come aiuto segretario presso la sede generale della Società teosofica. Nel 1908 si spostò con la famiglia da Madanapalle ad Adyar. Si erano da poco trasferiti che Leadbeater chiese di vedere Krishna nel suo alloggio. Il ragazzo così descrisse in seguito questo primo incontro.
«La prima volta che andai nella sua stanza ero molto spaventato, perché generalmente i ragazzi indiani hanno paura degli europei. Non so come si sia creata questa paura, ma a parte la differenza di colore, che è senza dubbio una delle cause, quando ero ragazzo c’era una grande agitazione politica e la nostra immaginazione era molto stimolata dalle chiacchere che udivamo. Devo anche confessare che gli europei che vivono in India solitamente non sono affatto gentili nei nostri riguardi, e io ero abituato a vedere di frequente atti di crudeltà che m’inasprivano ancora di più […]. Di conseguenza, fu una sorpresa per noi scoprire quanto fosse differente l’inglese che era anche teosofo.»1
Leadbeater appoggiò le mani sul capo del ragazzo e incominciò a descrivere le sue vite passate. Gli incontri continuarono e il teosofo si convinse di aver trovato la forma umana attraverso la quale la divinità si sarebbe manifestata. Per Narianiah non era una novità che suo figlio fosse oggetto di grandi previsioni.
 
1.1.2 Una nascita speciale
 
Era l’11 maggio 1895 a Madanapalle, un piccolo villaggio di collina nelle vicinanze di Madras. Sanjeevamma, seconda cugina di Narianiah e sua sposa, era in pieno travaglio; aveva avuto una premonizione secondo la quale l’ottavo figlio2 che stava per nascere sarebbe diventato un uomo grandioso. Così insistette con il marito affinché il bimbo venisse alla luce nella stanza più sacra della casa, quella riservata alla Puja3 che, secondo la tradizione, non doveva essere contaminata da morte o nascita. Dopo qualche resistenza Narianiah accettò; il parto fu facile e il bambino vide la luce alle 12.30. Sanjevamma era devota di Sri Krishna; decise così di consacrare il nuovo nato alla divinità, essa stessa incarnata nell’ottavo figlio di Dewaki, chiamandolo Krishnamurti: ‘a immagine di Krishna’.
Il giorno seguente, Kumara Shrowtulu, un famoso astrologo, lesse l’oroscopo del bambino e garantì a Narianiah che suo figlio sarebbe diventato un personaggio grande e meraviglioso.
Negli anni successivi sembrò improbabile che le profezie potessero avverarsi. Krishna a due anni aveva rischiato di morire di malaria e anche negli anni successivi era spesso malato, cosicché passava molto tempo a casa con la madre. Era un bambino svagato che detestava la scuola e passava intere giornate a fissare gli alberi, il cielo, i fiori e gli animali: un osservatore instancabile. Sin dalla più tenera età mostrò anche una natura profondamente generosa e sensibile.
Nel 1904 morì la sorella maggiore e l’anno successivo anche Sanjevamma perse la vita. Krishna era inconsolabile e spesso vedeva lo spirito della madre aggirarsi per la casa.
 
1.2 Una nuova vita
 
Dopo la scoperta sulla spiaggia, per Krishna la vita cambiò radicalmente.
Leadbeater sosteneva di essere in stretta comunicazione con il Maestro Kuthumi4 e di aver ricevuto da questi le istruzioni necessarie per introdurre Krishna ai Maestri e per condurlo lungo il Sentiero del Discepolato. Il Sentiero prevedeva diversi gradi di evoluzione spirituale; il primo passo era il Noviziato, poi veniva l’Accettazione e quindi le quattro grandi Iniziazioni che conducevano alla quinta, l’Adeptato, ossia il raggiungimento della perfezione o Nirvana.
Leadbeater, quindi, insistette con il padre di Krishna affinché l’educazione del ragazzo potesse proseguire sotto la sua supervisione. Narianiah, contento dell’interesse dei teosofi per l’educazione del figlio e ormai da tempo in difficoltà economiche, accettò facilmente. Krishna si rifiutò di fare alcunché senza il fratellino Nitya; così entrambi vennero tolti dalla scuola locale e, pur continuando a vivere con il padre, trascorrevano l’intera giornata presso la sede della Società teosofica. Era l’inizio di quella transizione che, in pochi anni, li portò dall’ambiente puramente induista dell’infanzia a quello borghese e britannico di tutta la loro giovinezza. Il cambiamento investì ogni aspetto della loro esistenza. Fino a quel momento, e soprattutto dopo la morte della madre, erano stati lasciati a se stessi; le difficoltà erano tante, ma erano liberi. Ora si trovavano improvvisamente in un ambiente diverso, un mondo che chiedeva loro di vivere in un altro modo. Erano ancora in India, ma la vita procedeva per una strada lungo la quale non incontravano più i fratelli e i vecchi amici. Ora c’erano un affetto e un’attenzione nuovi. Improvvisamente furono circondati da adulti che si prendevano cura di loro e allo stesso tempo li controllavano e li veneravano.Niente fu più lasciato al caso nella vita dei due ragazzi. Forse la sensazione che da loro ci si attendeva qualcosa può aver reso la loro crescita meno gioiosa. Non era un amore incondizionato, sembrava che tutto venisse compiuto per il loro glorioso destino.Il rapporto speciale fra i due fratelli si rinforzò sempre più e divenne un rifugio.Krishna e Nitya avevano a disposizione quattro istitutori per le materie generali. La materia ritenuta fondamentale dai teosofi era l’inglese e poco per volta i due ragazzi dimenticarono l’idioma nativo, il telegu. Particolare attenzione era data alla formazione fisica e all’alimentazione, meticolosamente programmata giorno per giorno. Krishna amava le lunghe passeggiate in bicicletta, il tennis e tutte le attività sportive all’aperto, ma continuava a non interessarsi minimamente all’istruzione.

 
1.3 Alcyone
 
Leadbeater, intanto, approfondiva l’indagine sulle vite di Alcyone, nome dato a Krishna nelle sue trasmigrazioni da una vita all’altra; rapporti dettagliati venivano regolarmente inviati alla Besant che si trovava fuori dall’India per alcune conferenze. Il teosofo chiaroveggente riteneva che tutti gli accadimenti passati continuano a esistere sotto forma di memoria universale. Era possibile, attraverso un percorso a ritroso, constatare come Alcyone e le personalità guida della Società teosofica fossero collegate da strette relazioni in ognuna delle diverse incarnazioni.
Leadbeater pubblicò anche Le vite di Alcyone, un volume nel quale venivano descritte le reincarnazioni di Annie Besant, Krishnamurti, Nityananda, Leadbeater stesso e altri in un continuo contatto reciproco. Il teosofo sosteneva inoltre l’esistenza di una profezia secondo la quale il dio Maitreya si sarebbe incarnato nel corpo di Alcyone per salvare il mondo.
Nel novembre 1909 Annie Besant fece ritorno ad Adyar e solo in quel momento venne a conoscenza delle aspettative che Leadbeater poneva sul giovane Krishna. Ci fu quindi il primo incontro fra lei e il ragazzo. Sin da quel momento nacque tra loro un profondo affetto, che sarebbe durato a lungo.
Narianiah, lieto per le rosee prospettive riservate ai suoi figli, cominciava tuttavia a ritenere eccessiva la sottrazione dei ragazzi alla sua influenza ed era soprattutto preoccupato per la reputazione omosessuale di Leadbeater.5
Annie Besant cercò una mediazione e la situazione venne risolta con la firma di un documento che la nominava unica tutrice legale. Krishna e Nitya da quel momento non vissero più insieme al padre, ma vennero trasferiti in una stanza accanto a quella della Besant. I rapporti fra Leadbeater e i ragazzi tuttavia non cessarono; egli si occupava della loro formazione occulta introducendoli ai principi della Teosofia. Secondo gli insegnamenti della Società, i Maestri potevano essere incontrati ‘in astrale’, il livello intermedio fra il piano fisico e quello mentale. Sogni lucidi, meditazione, mantra e altre tecniche venivano usate dai teosofi per raggiungere questo livello di coscienza, considerato il primo piano metafisico dal basso.
A partire dall’agosto 1909 e per i successivi cinque mesi Leadbeater condusse i due fratelli ‘in astrale’ dal Maestro Kuthumi. Al mattino comunicava loro il grado del Sentiero cui erano giunti. Krishna dopo ogni notte annotava le istruzioni ricevute. Queste furono poi raccolte in un libro, At the Feet of the Master, diAlcyone.
La Besant lo descrisse come il primo dono di Krishna all’umanità. Il libretto descriveva il percorso del discepolo lungo il Sentiero che conduce all’Illuminazione: «Per questo Sentiero vengono richiesti quattro requisiti: discernimento, assenza di desiderio, retta condotta e amore».6
Krishna continua affermando che ciò che conta non è la religione o la razza di appartenenza, ma il disegno di Dio: «Perché Dio ha un piano, e questo piano è l’Evoluzione […]. La sola cosa che dobbiate proporvi è di svolgere il lavoro del Maestro».7
È difficile ritenere quest’opera attribuibile a Krishnamurti, considerando che la sua pubblicazione in lingua inglese avvenne solo venti mesi dopo la scoperta sulla spiaggia. Alcuni tra gli stessi teosofi, già all’epoca, espressero riluttanza a considerarla autonoma, riscontrando somiglianze notevoli con uno scritto di Leadbeater in attesa di pubblicazione. Inoltre l’opera nel suo insieme sembra basata sui concetti di peccato e virtù e si discosta diametralmente dalle esposizioni successive di Krishnamurti.
Leadbeater e Annie Besant non avevano dubbi: Krishna era stato affidato loro dal Signore Maitreya. In una lettera il teosofo diceva: «È vero che Maitreya lo ha affidato congiuntamente alla nostra cura (sua e della Besant, N.d.A.) a nome della Fraternità. Krishna è rimasto profondamente impressionato e da allora è cambiato».8
Krishna, in effetti, era sempre più immerso nel mondo occulto regnato dagli esseri soprannaturali e gloriosi della Teosofia. Lavorava incessantemente per progredire spiritualmente e passò velocemente dal Noviziato al Discepolato. Fra il 10 e il 12 gennaio 1910 ricevette la sua prima Iniziazione.
Krishna e Leadbeater rimasero chiusi nella stanza della Besant per due giorni, mentre Nitya […], in compagnia di un altro teosofo, era in costante vigilanza fuori dalla stanza. Krishna, lasciato il corpo, raggiunse la casa del Maestro Kuthumie insieme con i due padrini (Besant e Leadbeater), fu condotto al cospetto del Signore Maitreya e accolto nella Confraternita bianca. La notte seguente incontrò il Re del Mondo. L’esperienza venne così descritta dallo stesso Krishna.
«Fu l’esperienza più meravigliosa di tutte perché Lui è un ragazzo non molto più anziano di me, ma il più bello che io abbia mai visto, tutto risplendente e glorioso, e quando sorride è come la luce del sole. È forte come il mare, così che nulla può resistergli, eppure è totalmente amore che io non potevo avere minimamente paura di Lui.»9
Ritornato nel suo corpo, Krishna uscì dalla stanza e tutti i presenti si prostrarono ai suoi piedi. Il suo viso traboccava di splendore.
A settembre i ragazzi vennero condotti a Benares, dove il quindicenne Krishna scelse cinque uomini fra i più stretti seguaci della Besant per insegnare loro i requisiti del Discepolato. Uno di loro così descrisse Krishna.
«Ciò che particolarmente ci colpiva era la sua naturalezza […]. Della sua posizione ‘occulta’ sembrava totalmente inconsapevole. Non vi alluse mai, mai, per un momento, permise che il minimo accenno alla cosa entrasse nei suoi discorsi o nel suo comportamento […]. Un’altra qualità era la serena noncuranza di se stesso. Sembrava non preoccuparsi minimamente di sé […]. Eravamo gente più vecchia, educatori, e avevamo una certa esperienza dei giovani. Se ci fosse stata in lui una traccia di vanità o affettazione, o una qualsiasi posa al ragazzo santo, o una boriosa coscienza di sé, avremmo indubbiamente dato un verdetto contrario.»10
 
1.4 L’Ordine della Stella d’Oriente

I teosofi non erano gli unici ad aspettare il Maestro del Mondo.
Secondo la dottrina induista ogni nuova era è accompagnata da una discesa divina. L’incarnazione, o Avatara, non nasceva semplicemente dal desiderio della divinità di manifestarsi in forma concreta, ma derivava dalla necessità di conferire nuovo fondamento alla giustizia in momenti in cui fosse particolarmente necessario proteggere ciò che è buono e distruggere ciò che è male.
A Benares c’era all’epoca un gruppo di giovani induisti, vicini alla Besant, che credeva nella venuta del Maestro. Questi, guidati da George Arundale, all’epoca preside del Central Hindu College di Benares, fondarono l’Ordine del Sole nascente nel primo anniversario dell’Iniziazione di Krishna. Su consiglio della Besant, il nome venne poi mutato in Ordine della Stella d’Oriente, simbolo dell’Annunciazione; il suo emblema era una stella a cinque punte. Krishnamurti fu nominato capo dell’Ordine, Annie Besant patronessa e George Arundale segretario privato. Era la prima presentazione di Krishna al mondo.
L’organizzazione aveva lo scopo di riunire tutti coloro che aspettavano la venuta del Maestro. Non vi erano norme, quote associative o alcuna restrizione nell’accesso. Si chiedeva ai membri dell’Ordine di vivere in uno spirito di rispetto e comprensione e di operare concretamente per preparare l’opinione pubblica alla ‘grande venuta’. In breve tempo l’organizzazione raggiunse migliaia di iscritti in tutto il mondo. Una rivista trimestrale, l’‘Herald of the Star’, pubblicata ad Adyar, permetteva un’efficiente comunicazione tra tutti gli appartenenti all’Ordine.
 
1.5 In Inghilterra
 
A detta di Leadbeater, secondo il Maestro Kuthumi era giunto il tempo per i ragazzi di continuare la loro formazione in Inghilterra. Pare abbastanza strano che il Maestro ritenesse fondamentale una loro educazione inglese. Molto probabilmente le sacre visioni di Leadbeater erano filtrate dalle spesse lenti della mentalità inglese dell’epoca, propensa a considerare il ‘gentiluomo inglese’ come l’apice dell’evoluzione umana. Annie Besant riuscì a convincere il riluttante Narianiah della splendida opportunità che veniva offerta ai suoi figli.

Nel marzo 1911 Krishna, accompagnato dalla Besant, da Nitya e da Arundale, salpò da Bombay vestito con abiti inglesi. Le vite di Alcyone aveva contribuito ad accrescere l’interesse per Krishna fra i teosofi inglesi. Quando questi arrivò a Londra un’immensa folla lo attendeva. L’eccitazione era alle stelle e alcuni caddero preda di esperienze estatiche alla visione del ragazzo.

Krishna, di indole ancora timida e riservata, era spaventato dalla folla. Da quando il suo meraviglioso destino non era più un segreto, l’aspettativa attorno alla sua persona era cresciuta a dismisura. Egli era ormai un vero e proprio fenomeno religioso.
I due ragazzi indiani apparivano spaesati, infreddoliti dal rigido clima inglese, e per loro camminare con le scarpe era così doloroso! Nei mesi successivi il piccolo gruppo viaggiò molto, tenendo conferenze sulla venuta del Maestro e introducendo Alcyone ai teosofi.
In Inghilterra, molti fra i membri della Società teosofica erano socialmente ed economicamente importanti e misero a disposizione della Besant e del suo seguito case, macchine e ogni sorta di comfort. I ragazzi scoprirono i rituali e i divertimenti dell’aristocrazia inglese. Intanto George Arundale, che aveva accompagnato Krishna in veste di tutor, continuava a impartire lezioni ai due fratelli, poiché la speranza era il loro ingresso a Oxford.
Nel dicembre 1911 il gruppo fece ritorno in India per partecipare alla Convenzione teosofica prevista a Benares. Anche qui l’accoglienza fu incredibile. Krishna era letteralmente venerato. Gli eventi dei giorni successivi d’altronde non fecero che rafforzare l’idea che in lui dimorasse la divinità.
 
1.6 La discesa
 
28 dicembre 1922, Benares. La Convenzione prevedeva una piccola cerimonia formale e la consegna di un certificato d’appartenenza ai membri dell’Ordine della Stella. La sala era gremita; circa quattrocento persone di svariate fedi religiose, colore ed età erano giunte da ogni parte del mondo.
Riuniti in una fila ordinata, consegnavano uno a uno il certificato a Krishna che lo restituiva con qualche parola di benvenuto. A un tratto l’atmosfera mutò. Una brezza leggera riempì la stanza. I presenti erano come rapiti da una forza immensa che fluiva attraverso Krishna. Coloro che, aspettando il turno, si trovavano vicino a lui, caddero in ginocchio. Copiose lacrime di felicità ne bagnavano il volto.
Krishnamurti pose le mani sui presenti in segno di benedizione. Il suo sorriso trasmetteva una nuova grandezza e serenità. Un’immensa compassione fluiva dal suo essere. Alcuni videro una corona di luce blu sospesa sul suo capo; raggi di luce scendevano a imbuto e riempivano il corpo di Krishnamurti.
Quando Nitya si alzò e, giunto vicino al fratello, si prostrò ai suoi piedi, un caldo applauso estatico si levò nella sala. Leadbeater paragonò l’accaduto alla discesa dello Spirito Santo: «Era esattamente il tipo di avvenimento di cui leggiamo nelle antiche scritture e riteniamo esagerato; ma qui era davanti ai nostri occhi, nel ventesimo secolo».11
Il 28 dicembre 1911 divenne un giorno speciale per i membri dell’Ordine. Quanto accaduto fu considerata la prima manifestazione del Signore Maitreya nel corpo di Krishna. Non c’erano più dubbi che egli fosse stato scelto come veicolo divino. Intanto Narianiah, forse influenzato da un gruppo di hindu ortodossi nemici della Besant, e preoccupato che i contatti con Leadbeater non fossero stati interrotti, minacciava di intentare una causa per ottenere di nuovo la custodia dei figli.
 
1.7 La vita in Europa
 
Annie Besant si affrettò a portare i ragazzi fuori dall’India.
Raggiunsero così Taormina, in Sicilia, dove Leadbeater lì aspettava per passare alla seconda iniziazione di Krishna.
La tappa successiva fu ancora l’Inghilterra, ma questa volta Narianiah chiese vigorosamente il ritorno dei figli. Nel marzo 1913, egli intentò un processo presso l’Alta corte di Madras accusando Leadbeater di aver avuto contatti impropri con i suoi figli. In prima istanza, la Corte, pur rigettando le accuse contro Leadbeater, sentenziò a favore di Narianiah, ponendo i ragazzi sotto la custodia della Corte stessa. Krishna e Nitya avrebbero dovuto far ritorno in India. La Besant, ricorsa in appello, perse nuovamente la causa. Senza perdersi d’animo si rivolse al Consiglio della corona d’Inghilterra che ritenne mal formulato il giudizio emesso dalla Corte di Madras, poiché non aveva tenuto in considerazione la volontà dei due ragazzi.
Krishna, ormai maggiorenne, espresse formalmente il desiderio di rimanere con Annie Besant, che così vinse la causa. Durante il periodo del processo, nel timore di un rapimento, i ragazzi vennero continuamente spostati da un luogo all’altro. Intanto la loro formazione continuava sotto lo sguardo di George Arundale e altri tutori privati.
Krishna approfondì l’amicizia con Lady Emily Lutyens, conosciuta al suo primo sbarco in Inghilterra. Questa, moglie di un famoso architetto inglese, era la rappresentante, in Inghilterra, dell’Ordine della Stella d’Oriente per volere della Besant. Il giovane Krishna sentiva particolarmente il bisogno della compagnia di Lady Emily. Con il processo la pressione attorno a lui si era intensificata e una certa insofferenza aveva trovato spazio nel suo animo. Scrivendo a Leadbeater diceva:
«Penso sia giunto il momento che io prenda personalmente in mano le faccende che mi riguardano»12 e poi: «Non mi è stata data alcuna opportunità di sentire le mie responsabilità, e sono stato portato in giro come un bambino».13
Dopo la sentenza finale, i ragazzi vennero trasferiti a Bude, una cittadina sulla costa della Cornovaglia. Qui Krishna non veniva mai lasciato solo, era sempre circondato da persone severe e anziane. Era anche stato proibito a Lady Emily di incontrarlo, sostenendo che la sua presenza era fonte di distrazione, un vero e proprio ostacolo per il lavoro del Maestro.
Il 4 agosto 1914 scoppiò la guerra, ma la vita a Bude procedeva senza grandi cambiamenti. Krishna era sempre più insofferente, infelice e isolato, soprattutto dopo la partenza del fratello per Oxford nell’autunno dello stesso anno. Desiderava ardentemente una vita normale.
Annie Besant era in India alle prese con l’attività politica per l’indipendenza indiana. Leadbeater, trasferitosi in Australia, sembrava aver dimenticato Krishna.
All’inizio del 1917 le speranze di far entrare i ragazzi a Oxford vennero definitivamente abbandonate. Il processo aveva avuto grande visibilità e l’università era riluttante ad ammettere fra i suoi banchi un futuro Messia. La formazione dei ragazzi continuò con tutori privati in vista di un tentativo con la Cambridge University, che fallì. Ci si orientò così verso la London University, che prevedeva, però, un esame durissimo. Nitya riuscì a superarlo e a qualificarsi come avvocato, mentre Krishna, avendo fallito per due volte l’esame d’ammissione, partecipò all’attività accademica come studente esterno fra il 1917 e il 1918. Forse egli continuava nei suoi tentativi solo per fare piacere alla Besant, alla quale era profondamente affezionato.
Nel giugno 1919 Krishna incontrò la teosofa dopo una separazione che era durata quattro anni e presiedette a un incontro dell’Ordine della Stella d’Oriente. In questi anni aveva continuato a mantenere il ruolo di presidente dell’Ordine, scrivendo regolarmente per l’‘Herald of the Star’.
Nel gennaio 1920, tentò per la terza volta l’esame di ammissione alla London University, ma lasciò il foglio in bianco. Quattro giorni dopo era a Parigi dove frequentò la Sorbona per qualche tempo.
Tuttavia anche qui Krishna era infelice e profondamente disturbato da qualsiasi contatto con la Società teosofica: «È tutto dannatamente marcio, e io ne ho la nausea».14
E ancora, scrivendo a Lady Emily: «Se (sottolineato quattro volte, N.d.A.) devo occupare una posizione di guida nella S.T. (Società teosofica, N.d.A.), questo sarà perché io non sono quello che gli altri pensano che sia e non occupo il ruolo che per me hanno creato».15
Un anno dopo, al Congresso di Parigi della Società teosofica, prese spontaneamente la parola affermando la necessità di abbandonare ogni rituale. Incominciava a prendere forza quel rifiuto verso il cerimoniale e la pompa che avrebbe caratterizzato il suo pensiero futuro. Il ragazzo che era solito dire: «Farò qualsiasi cosa voi vogliate», ora era un uomo di ventisei anni che dava chiari segni d’indipendenza dalla Teosofia e mostrava maggiore sicurezza nel suo ruolo: «Adesso ho intenzione di parlare perché è una cosa che mi piace e sono molto contento di doverlo fare, un giorno o l’altro».16
I giornali parlavano di lui, gli attribuivano fidanzate, lo chiamavano il ‘Messia in abito sportivo’, ‘la divinità in calzoni alla zuava’, o ‘un bel ragazzo indiano timido e spaventato’.
All’inizio del 1921 Krishna fu colpito da una tremenda bronchite, mentre a Londra Nitya aveva preso la varicella. Quando si rimisero, i fratelli decisero di trascorrere una convalescenza di tre mesi ad Antibes. Qui Krishna ebbe finalmente modo di guardare in se stesso senza intrusioni esterne e di godere della compagnia del fratello. Il loro rapporto divenne ancora più stretto e la somiglianza fra i due era fortissima. Avevano lo stesso modo di ridere e un accento con la medesima cadenza.
Si spartivano le camicie, le cravatte, le calze, la biancheria intima e i fazzoletti, tutti cifrati con le loro iniziali congiunte, JKN. Al loro ritorno, dopo che si erano nuovamente separati, una terribile notizia turbò il ricordo di quei mesi sereni: Nitya aveva un addensamento a un polmone. Era l’inizio di una lunga serie di cure a cui Nitya si sarebbe sottoposto e la fine del suo sogno di diventare avvocato.
La vita proseguì tra alti e bassi fino a quando Annie Besant decise che era tempo per Krishna di tornare in India e iniziare la sua missione. Alla fine dell’anno partirono per Bombay. L’accoglienza in India e ad Adyar fu maestosa. I fratelli rividero anche il padre, che non riuscì a parlare per le lacrime di felicità. Sarebbe stato l’ultimo incontro: Narianiah morì nel febbraio1924.
Durante i tre mesi e mezzo di permanenza Krishna, Nitya e Annie Besant girarono incessantemente il subcontinente. Krishna parlò a qualche conferenza e ad Adyar, in un discorso sulla venuta del Maestro disse qualcosa di molto interessante, quasi un pronostico: «Egli non predicherà ciò che vogliamo noi, né lenirà i nostri sentimenti, che è ciò che tutti vogliamo, ma al contrario verrà per svegliarci tutti, che ci piaccia o no».17
In seguito i fratelli partirono per Sidney, dove era prevista la loro partecipazione a una Convenzione teosofica nell’aprile 1922. Durante il viaggio le condizioni di Nitya peggiorarono sensibilmente.
 
1.8 Il messaggio
 
Una lenta trasformazione stava avvenendo in Krishna e si manifestava attraverso i dubbi e le incertezze che talvolta esponeva agli amici più intimi. Era in atto una rivoluzione e una ricerca: «Faccio una vaga sorta di meditazione, ma devo farla più rigorosamente e regolarmente. Questo è il solo modo»18 diceva a Lady Emily. «Non conosco la filosofia della mia vita, ma ne avrò una […]. Devo trovare me stesso e soltanto allora potrò aiutare gli altri.»19
Decisivo fu un messaggio inviatogli dal Maestro Kuthumi attraverso Leadbeater.
«Anche sul tuo conto noi abbiamo le più grandi speranze. Diventa più forte e più aperto e cerca di portare la mente e il cervello al servizio del vero Sé interiore. Sii tollerante nelle divergenze d’opinione e di metodo perché ognuno generalmente ha un frammento di verità nascosto al suo interno, da qualche parte, anche se spesso distorto al punto da essere quasi irriconoscibile. Cerca quel sottilissimo raggio di luce in mezzo alle stigie tenebre di ogni mente ignorante, poiché riconoscendolo e rafforzandolo puoi aiutare un fratello neonato.»20
Se è vero che, come affermano le maggiori correnti spirituali, gli uomini sono messi in ogni istante di fronte a ciò di cui hanno bisogno per progredire spiritualmente, questo sembra particolarmente vero nel caso di Krishna in questo momento della sua vita. Sembra che le parole del Maestro Kuthumi fossero esattamente ciò che era necessario per avviare il grande cambiamento. Krishna era profondamente colpito e ispirato: «Era quello che mi occorreva, poiché tendo a essere intollerante e a non cercare il fratello».21
Dopo anni d’infelicità, ora incominciava a delinearsi una visione più chiara, un punto di partenza: «Cominciai a vedere dove avevo fallito e dove stavo fallendo e iniziai consciamente e deliberatamente a distruggere le erronee accumulazioni degli anni passati».22
La trasformazione di Krishna tuttavia superò velocemente questa fase diventando di lì a poco un’esperienza totale.

Note
1. E. Blau Krishnamurti: 100 Years, Stewart, Tabori and Chang, New York, 1995, p. 13, trad. dell’autrice.
2. Krishnamurti era l’ottavo di dieci figli.
3. La puja è un rituale devozionale dell’Hinduismo. Consiste solitamente in un’offerta di varia natura a un’immagine (murti) della divinità.
4. La Teosofia credeva nell’esistenza di Maestri guida. Kurhumi era quello di Leadbeater, mentre Annie Besant era guidata da un altro maestro.
5. Leadbeater era stato da poco riammesso nella Società teosofica, da cui l’aveva allontanato uno scandalo, sollevato da due ragazzi di cui era educatore, secondo le testimonianze dei quali egli li avrebbe incitati alla masturbazione. Annie Besant che credeva nella sua innocenza lo riammise nella Società.
6. A.J.G. Methorst-Kuiper Krishnamurti. Il suo pensiero, la sua missione, la sua poesia, Bresci Editore, Torino, 1974, p. 16.
7. Ibidem.
8. M. Lutyens La vita e la morte di Krishnamurti, Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1990, p. 25.
9. Ivi, p. 26.
10. Ivi, p. 27.
11. E. Blau Krishnamurti: 100 Years, cit., p. 22, trad. dell’autrice.
12. M. Lutyens La vita e la morte di Krishnamurti, cit., p. 33.
13. Ibidem.
14. Ivi, p. 42.
15. Ibidem.
16. Ivi, p. 43.
17. Ivi, p. 46.
18. S. Holroyd Krishnamurti, l’uomo, il mistero, il messaggio, Edizioni Il Punto d’Incontro, Vicenza,
1993, p. 22.
19. Ibidem.
20. M. Lutyens La vita e la morte di Krishnamurti, cit., p. 48.
21. Ibidem.
22. S. Holroyd Krishnamurti, l’uomo, il mistero, il messaggio, cit., p. 24.