Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Shila Morelli

SIVANANDA

La Vita Divina: universalità e azione

Divine Life Society: educazione e pace

L’insegnamento di Sivananda nasce come risposta al grido di aiuto che forte si alzava da ogni dove. La sua missione nasce dall’osservazione del mondo e dalla sua generale decadenza: le guerre mondiali, la povertà, le carestie, il colonialismo, la diffusione sempre più forte di idee settarie e l’abbruttimento culturale. Il materialismo, l’ateismo, lo scetticismo erano visti dallo Swami come i principali responsabili dell’aumento della confusione fra gli uomini, espressa principalmente attraverso violenza ed egoismo.
Egli avvertì l’urgente necessità di trasmettere un messaggio nuovo che rivelasse il bisogno di un cambiamento non tanto esteriore, quanto profondo, nel fondamento e nella visione stessa della vita: “Risvegliare l’uomo dai suoi errori e dalle sue follie (…) fu sentito come il bisogno urgente dell’epoca”84, dichiara Sivananda nella sua autobiografia.
La chiave per salvare l’uomo dalla sua stessa follia venne riconosciuta nella necessità di un’educazione capace di spingerlo a scorgere la sua essenza spirituale, la sua capacità di elevarsi al Divino, fino al riconoscimento completo dell’essenziale Unità dell’esistenza. È proprio in questa visione spirituale e integrale della vita che è radicato il fondamento etico delle relazioni sociali e nazionali. Tale è la chiave: “L’educazione dell’umanità verso la giusta direzione è il presupposto per la pace nel mondo”85, sostiene il maestro. Tale condizione di pace è prima di tutto interiore, si fonda sulla conoscenza di noi stessi, sulla capacità di cogliere la presenza di Dio in tutte le relazioni: con se stessi, gli altri, la famiglia, la società, la nazione e il mondo tutto. “La pace può essere ottenuta soltanto se si aderisce al sistema del Divino in vita”86 afferma Sivananda.
Secondo lo Swami niente di immeritato può capitare a noi o al paese in cui siamo nati; ogni dolore ha infatti la sua causa nell’ignoranza; così egli sosteneva che la ragione della passata e presente degradazione dell’India e il colonialismo stesso fosse l’apatia, l’indifferenza, le stupidità delle divisioni castali e la diffidenza verso gli altri. L’amore per la propria patria è quindi percepito come un’espressione diretta della propria evoluzione spirituale, un passo verso una visione sempre più ampia, onnicomprensiva e vicina alla Verità: “Il patriottismo è il primo passo verso l’universalismo”, affermava Sivananda e ancora: “L’amore per la propria nazione conduce all’amore cosmico o amore di Dio. L’aspetto principale è distruggere il basso egoismo mentale. Un servitore della nazione privo di egoismo diventerà presto un servitore privo di egoismo dell’umanità; trascenderà ben presto il suo ego individuale e realizzerà Dio”87.
Tali affermazioni non sono da confondere con un mero secolarismo; per Sivananda non vi sono vie alternative, solo una strada conduce alla pace ed è quella che parla con Dio. A tal proposito vale la pena di ricordare un episodio. Un giorno, a Rishikesh, Sivananda ricevette in visita un brillante leader politico; entrato nella piccola dimora del maestro questi incominciò immediatamente a parlare delineando un approfondito ed esauriente quadro della situazione mondiale a livello politico ed economico; ovviamente questa non era delle migliori: povertà, sofferenza, ignoranza, soppruso… ogni sorta di dolore vennero attentamente descritti dall’uomo. Questi quindi, con grande speranza, si accinse a chiedere a Sivananda quale fosse la soluzione alle guerre, alla sofferenza e a tutti i mali del mondo. Lo Swami rispose con semplicità: “Solo Bhagavan Nam. Solo il nome di Dio è il rimedio. Ripeti il nome di Dio”88. Il visitatore era allibito; si aspettava di sentir parlare di un coinvolgimento politico o di una nuova organizzazione mondiale, invece la soluzione, a dire di questo maestro, era nella mera ripetizione del nome divino. Sivananda non era folle, ma aveva compreso come la realizzazione della verità assoluta e il cambiamento del singolo, che è trasformazione del mondo, rappresentino l’unica strada verso la pace.

La Divine Life Society è lo strumento di attuazione del grande messaggio di pace di Swami Sivananda. La base della sua azione è il rispetto dei valori di Verità, non-violenza e purezza, gli elementi comuni al messaggio di ogni spiritualità. Tali principi sono religiosi nel senso più universale del termine, ma non si identificano ad un particolare credo; rappresentano il messaggio di una Verità comune, un’attitudine alla vita, una religione per così dire scientifica, pratica e universale. Tale Verità non appartiene a nessuno in particolare: ciò che è Unico e Indivisibile non può avere espressione nella divisione e nella moltitudine.
La Società è una fondazione caritatevole i cui obbiettivi sono l’educazione, la diffusione della conoscenza, la promozione del progresso culturale, il sostegno medico e l’aiuto ai poveri. Essa propone l’azione della Vita Divina, un sistema di esistenza religiosa, adattabile a qualsiasi condizione, luogo e persona.

Un insegnamento per tutti

Una delle caratteristiche fondamentali di Sivananda è che non propone una nuova religione; egli ha purificato e poi comunicato nella forma più comprensibile le Verità già rivelate da Dio stesso.
La sua missione vera è ristabilire il dharma, il dovere religioso e morale, che egli identifica con il riconoscimento della natura divina presente in ogni uomo, l’universalità della Verità e il valore dei metodi o strade spirituali proposte da qualsiasi religione, credo o dottrina. Nella sua concezione Dio è accessibile a tutti e anche coloro che non ne sono consapevoli stanno evolvendo, muovendosi verso la realizzazione della Verità.
La filosofia della Vita Divina o Yoga è quella pratica di consapevolezza spirituale il cui scopo è di accelerare questo processo di progressivo avvicinamento a Dio.
La dottrina di Sivananda è universale, senza limiti e onnicomprensiva. Tutti possono trovarvi il proprio personale insegnamento. Nonostante egli fornisca una determinata descrizione della sadhana, il vero messaggio è che qualsiasi consiglio e filosofia ha il solo scopo di aiutare colui che decide di intraprendere il cammino spirituale; in tal senso i metodi proposti sono elastici e adattabili alla vita di qualsiasi uomo.
Il proposito profondo è spingere alla pratica sincera di qualsiasi credo o religione si professi, educare alla comunicazione con Dio; “Qualsiasi sia la tua condizione, il tuo paese, (…), qualsiasi sia il tuo lavoro, il tuo luogo e il tuo villaggio dì Radharamana (dì il nome di Dio)”89, canta con forza Sivananda in una delle sue composizioni, volendo dire che ciò che importa è un’aspirazione forte e sincera ad intraprendere il cammino spirituale, “a dire il nome di Dio”. È l’attitudine mentale ad avere una rilevanza estrema durante la sadhana. La presenza di una forte affermazione, radicata e prolungata che sostiene l’esistenza di Dio anche in presenza di una totale incapacità ad afferrarne la realtà, porterà senza dubbio alla sua realizzazione.
Sivananda mira alla creazione di questa profonda e intensa volontà di liberazione senza che alcuno modifichi il proprio credo in alcun modo: “La bellezza della Vita Divina è la sua semplicità e applicabilità alle attività quotidiane dell’uomo comune. È irrilevante se uno vada ad offrire la sua preghiera in chiesa o alla moschea o al tempio, poiché tutte le preghiere sono ascoltate dall’Uno”90, diceva con ispirazione.

Nella sua Preghiera universale91 Sivananda si rivolge proprio al terreno comune di tutte le religioni, a quella Verità, anche chiamata Dio, che vive in ognuno di noi e si esprime come amore e misericordia. È l’aspetto divino dell’uomo che conduce alla pace e prosperità:

O Signore Adorabile di Misericordia e Amore!
Saluti e prostrazioni a te
Tu sei Onnipresente, Onnipotente, Onnisciente,
Tu sei esistenza, conoscenza, beatitudine suprema.
Tu sei Colui che vive in tutti gli esseri,
Donaci un cuore comprensivo,
Visione equa, mente bilanciata,
Fede, devozione e saggezza.
Donaci forza spirituale interiore
Per resistere alle tentazioni e controllare la mente.
Liberaci dall’egoismo, dalla lussuria, dall’avidità e dall’odio,
Colma il nostro cuore di virtù divine.
Fa che vediamo la tua Presenza in tutti questi nomi e forme,
Fa che serviamo Te in tutti questi nome e forme,
Fa che sempre ci ricordiamo di Te.
Fa che cantiamo sempre le Tue Glorie,
Fa che il tuo Nome sia sempre sulle nostre labbra,
Fa che viviamo in Te per l’eternità e sempre.

Universalità significa anche comunione nella diversità e siccome siamo tutti diversi la Vita Divina, nella sua attuazione, non può essere sempre uguale.
I consigli di Sivananda ai suoi discepoli non erano mai gli stessi, i suoi insegnamenti erano soggetti a grande adattabilità, ma per coloro che non hanno avuto l’occasione di incontrarlo il vero messaggio era di conoscersi e comprendere in che modo si potesse sviluppare la propria personale filosofia: “La realizzazione di sé è la conoscenza di sè”92, affermava. Conoscersi significa conquistare la mente, purificarla continuamente, coltivando le virtù e sradicando le tendenze negative. Tale è il vero significato dello Yoga. La vita sulla terra è l’occasione per praticarlo, la possibilità che l’uomo ha per evolvere spiritualmente; il mondo con le esperienze che offre è il maestro che rischiara la nostra strada e ci conduce verso il Signore: “L’esperienza è il linguaggio nel quale Dio parla all’uomo”93, afferma Sivananda.
La pratica quindi non può che rivestire un significato fondamentale e la sadhana, il cammino spirituale, è identificabile in un processo continuo che coinvolge tutta la vita, in cui ogni esperienza, con l’aiuto di un corretto programma di disciplina, diventa uno strumento per realizzare Dio: “La sadhana è un movimento spirituale coscientemente sistematizzato”94, questa la definizione di Sivananda.
La religione diventa vivere e l’azione spirituale è la pratica di una corretta relazione con se stessi e il mondo. L’insegnamento consiste nel considerare ogni aspetto della realtà divina così come si realizza nella vita.
L’uomo è dotato di una natura variegata che si modifica anche in relazione all’interazione con l’esterno e al trascorrere del tempo; la religione ha a che fare, quindi, con un sistema vario in cui ogni parte ha un effetto sulle altre; ogni aspetto ha bisogno di essere sviluppato in maniera unitaria ed integrata, evitando qualsiasi specializzazione o frattura.
L’educazione deve essere fisica, intellettuale, spirituale, emotiva, pratica e adattabile a tutte le personalità. Due saranno i punti fermi: lo sviluppo della personalità a trecentosessanta gradi (nella relazione con l’interno e l’esterno) e la conoscenza del mondo. Crescerà così una sana relazione con l’esterno, una comunicazione vera che si manifesta come adattabilità, la capacità di comprendere la natura spirituale di se stessi e di tutto ciò che ci circonda.

Note
84. Swami Sivananda, Autobiography of Swami Sivananda, Divine Life Trust Society Publication, WWW, 2000, p. 24, (traduzione dell’autrice).
85. Swami Sivananda, Essence of yoga, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, 1998, p. VI (traduzione dell’autrice).
86. Autori vari, Swami Sivananda and the Divine Life Society, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, p. 20. (traduzione dell’autrice).
87. Swami Venkatesananda, Inspiring talk of Gurudev Sivananda, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, 2005, p. 10 (traduzione dell’autrice).
88. Swami Venkatesananda, Lo yoga integrale di Sivananda, Edizioni Istituto di Scienze Umane, Roma, 2005, p. 79.
89. Sri N. Ananthanarayan, What does Swami Sivananda teach?, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, 1997, p. 18, (traduzione dell’autrice).
90. Autori vari, Swami Sivananda and the Divine Life Society, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, , p. 3, (traduzione dell’autrice).
91. Swami Venkatesananda, All about Sivananda, Divine Life Society Publication,WWW Edition, 1998, p. 6, (traduzione dell’autrice).
92. Swami Venkatesananda, All about Sivananda, Divine Life Society Publication,WWW Edition, 1997, p.30. (traduzione dell’autrice).
93. Sri N. Ananthanarayan, What does Swami Sivananda teach?, Divine Life Trust Society Publication, WWW Edition, 1998, p. 18, (traduzione dell’autrice).
94. Swami Sivananda, Bliss Divine, Divine Life Trust Society Publication, Rishikesh, 1997, p. 356, (traduzione dell’autrice).