Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Shila Morelli

SIVANANDA

Lo Yoga Integrale

Lo Yoga è quella scienza che insegna ad unire l’individuo alla coscienza cosmica, è un sistema universale di spiritualizzazione della vita e in quanto tale è praticabile da tutti, in ogni parte del mondo.
Secondo la tradizione induista ci sono tre sentieri spirituali, detti Marga (da mriga: ‘ricercare’, ‘perlustrare’), che è possibile intraprendere per giungere a Dio e ottenere la salvezza. Questi sono il Karma Marga, il Jnana Marga e il Bhakti Marga. La scelta di una determinato approccio spirituale dipende dalle attitudini naturali del discepolo.
Il Karma Marga è ‘il sentiero dell’azione’, ossia la liberazione ottenuta attraverso la pratica costante dei propri doveri religiosi quali rituali, preghiere e celebrazioni e, più in generale, la conduzione di una vita legata ai dettami famigliari, sociali e universali del Dharma, la legge giusta, in una costante protensione verso gli altri.
Lo Jnana Marga è il ‘sentiero della conoscenza’, il raggiungimento della Verità attraverso lo studio e la sapienza.
Il Bhakti Marga è ‘il sentiero della devozione’, il cammino della reintegrazione per mezzo della devozione, della venerazione, della fede e dell’amore.
Anche se è corretto affermare che la religione vedica, origine del successivo Induismo, proponeva la strada dell’azione, poi soppiantata cronologicamente dal Jnana Marga e dal Bhakti Marga, nella realtà tale distinzione non è mai stata netta e i diversi sentieri hanno visto spesso un reciproco intersecarsi e sovrapporsi.
Le tre vie corrispondono alle tre grandi verità: Karma, Bhakti e Jnana. A queste sono associate tre modalità di esperienza del divino o Yoga: attraverso il Karma Marga Dio è esperito come bontà, con la via della devozione o Bhakti Dio è amore e nel sentiero della conoscenza o Jnana Dio è verità. Esistono tuttavia moltissime altre categorie Yoga come il Kundalini Yoga, il Raja Yoga, il Mantra Yoga… tutte create con il proposito di una sistematizzazione. Sivananda ha raccolto gli insegnamenti della tradizione e proposto nel suo carattere più integro l’insegnamento Yoga che è unità e integrazione: non esiste una reale separazione fra le diverse categorie che tendono a sovrapporsi e soddisfano le infinite sfaccettature della variegata natura umana.
Il maestro era un attento sostenitore dello sviluppo dell’uomo nella sua interezza e armonia e infatti affermava: “Non è sufficiente praticare un solo tipo di disciplina spirituale, quantunque bene ti sforzi di farlo”, e aggiungeva: “Ogni aspirante dovrebbe incorporare nel suo programma spirituale tutte le tecniche di tutti gli yoga e modi di accostarsi a Dio”95. Egli creò così un sistema di diffusione della conoscenza spirituale che tiene conto di questa prospettiva proponendo varietà e adattabilità. Si tratta in realtà della forma più pura di Yoga. Quest’ultimo, infatti, per sua stessa natura, rappresenta una sintesi, una continua comunicazione di diversi livelli.
La sua pratica è l’elemento comune a tutte le religioni. Yoga è progressiva purificazione e controllo della mente che nella Vita Divina segue tre fasi:

  1. Rimuovere le tendenze negative e i vizi (purificazione)
  2. Sviluppare virtù e azioni spirituali
  3. Superare entrambi questi livelli e procedere alla completa identificazione con Dio.

La vita di Sivananda fu interamente dedicata alla disseminazione della Vita Divina allo scopo di risvegliare e guidare tutti gli uomini verso la Verità. Qualsiasi persona poteva diventare suo discepolo. Egli conferiva iniziazione direttamente o a distanza, senza limitazioni; non faceva distinzioni fra uomini e donne, adolescenti o anziani, indiani o stranieri. La sadhana che proponeva era un’armonica combinazione di Hatha Yoga, pratiche devozionali (Bhakti Yoga), Karma Yoga, Jnana Yoga e Raja Yoga. Il primo passo nel cammino spirituale consisteva nell’ispirare il praticante, nel porgli di fronte degli ideali a cui tendere; Sivananda era una sorgente di incoraggiamento continuo che si rivelava nella creazione di situazioni pratiche di insegnamento, nella scoperta del valore del lavoro, nell’utilizzo del talento, nel dono del considerarsi eterni studenti. Il suo fine era la realizzazione di ognuno a beneficio dell’umanità.
Il passo successivo consisteva nella creazione di un ben preciso e armonico programma pratico (lo sviluppo della routine spirituale). L’aspirazione e la pratica poi venivano stabilizzate dallo sviluppo di un livello mentale di sostegno al quale il discepolo potesse fare riferimento nei momenti di difficoltà e sconforto. Si tratta di un sistema semplice, aperto e di grande adattabilità che può essere riassunto dalle parole di una famosa composizione del maestro:

Servi, Ama, Dona, Purifica, Medita, Realizza
Sii buono, fai del bene; sii gentile; sii compassionevole.
Domandati: “Chi sono io?”; conosci l’io e sii libero.
Pratica Ahimsa, Satyam e il Brahmacharya;
Questa è la base dello Yoga, Vedanta.

Adatta. Aggiusta. Accomoda;
Sopporta gli insulti; sopporta i torti (questa è la più alta forma di Sadhana)

Distacca-attacca, Distacca-attacca
Distacca la mente dagli oggetti.
Attaccala al Signore.

Nulla esiste; nulla mi appartiene;
non sono ne mente ne corpo; io sono Anima Immortale.

Il lavoro è venerazione;
Dedicalo a Dio.96

Persino questo passerà;
Equilibra la tua mente nella gioia e nel dolore.

Tat Tvam Asi; Tu sei Quello:
realizza questo e sii libero.97

In essenza i fattori che governano lo Yoga Integrale e la sua pratica nella sadhana sono il costante ricordo di Dio e la coltivazione delle virtù (fra tutte le più importanti sono Ahimsa, non violenza, Satya, pratica della verità e il Brahmacharya ossia la continenza). Tali principi sono tutti indissolubilmente legati alla pratica della purezza e rappresentano, secondo Sivananda, l’essenza di tutte le religioni.

Note
95. Swami Venkatesananda, Lo yoga integrale di Sivananda, Edizioni Istituto di Scienze Umane, Roma, 1987, p.13.
96. Swami Venkatesananda, All about Sivananda, Divine Life Society Publication,WWW Edition, 1998, p. 18. (traduzione dell’autrice).
97. Swami Venkatesananda, All about Sivananda, Divine Life Society Publication,WWW Edition, 1998, p. 19. (traduzione dell’autrice).