Haṃsa Libera Scuola di Hatha Yoga

Shila Morelli

SIVANANDA

Le prime fondazioni e l’opera di scrittura

La permanenza a Rishikesh era saltuariamente interrotta da pellegrinaggi, durante i quali Sivananda raggiunse tutti i principali siti sacri dell’India, incontrò numerosi uomini santi, diede letture sullo Yoga ed estasiò le folle con Kirtan, Bhajan42 e danze devozionali: “I viaggi mi aiutarono a sviluppare tutte le qualità divine e a servire l’umanità su larga scala”43, scrisse poi in seguito.
Intanto le attività gestite dallo Swami e dai sempre più numerosi studenti si ampliarono tanto che nel 1936 venne fondata la Divine Life Trust Society allo scopo di compiere una sistematica diffusione della conoscenza spirituale nel mondo. Contemporaneamente nacque anche il Sivananda Ashram che divenne la sede principale dell’attività della piccola Società, l’esempio concreto dell’applicazione dei principi della Vita Divina. Il lavoro dei discepoli più consolidati rese poi possibile la veloce fondazioni di diverse altre sedi (oltre 300).
In questo primo periodo l’insegnamento di Sivananda si fondava essenzialmente sull’uso del sankirtan (canto devozionale collettivo) come mezzo spirituale: “E questo che dobbiamo fare – cantare kirtan e attraverso il solo sankirtan, sollevare una rivoluzione spirituale in India e nel mondo”44, diceva con entusiasmo. Piano piano, però, egli si distaccherà dall’idea di una così forte specializzazione e proporrà l’inclusione di altre pratiche al fine di produrre uno sviluppo armonico: “Il sankirtan da solo non va bene. Dobbiamo aggiungere qualcos’altro, combinando il servizio con la meditazione”45.
Nel 1938, a causa dell’ingente mole di lavoro all’ashram46, Sivananda decide di interrompere i viaggi e i pellegrinaggi. Grazie alla sua stabile permanenza a Rishikesh, nuovi progetti trovarono rapidamente espressione. Nello stesso anno esce “The Divine Life”, il mensile della Divine Life Society che assicurò da quel momento in poi una costante comunicazione con il mondo. Nel 1939 avvenne la pubblicazione del primo libro a nome Swami Sivananda, (egli ne aveva già pubblicati altri durante il periodo trascorso in Malesia): il titolo era Practice of Yoga – Vol. I; fu l’inizio di una lunghissima serie di testi (egli scrisse oltre 200 libri nel corso della vita) che coprirono ogni forma in cui il suo insegnamento si potesse esprimere. Successivamente l’ashram stesso si occupò della stampa del materiale, ma era difficile seguire i ritmi di produzione letteraria di Sivananda. Questi, anche nei momenti di crisi economica, si rifiutava di interrompere la disseminazione della conoscenza e consapevole di ciò diceva: “Non posso smettere di scrivere. Scriverò fino a quando non diventerò cieco. Se divento cieco detterò e qualcuno scriverà per me. In questo modo continuerò la mia missione di disseminazione della conoscenza spirituale fino alla fine della mia vita”47. Sivananda seguì il detto Scripta manent verba volant: ciò che veniva udito poteva essere dimenticato facilmente mentre la parola dei libri sarebbe rimasta, assicurando una continua diffusione del messaggio.

La nascita delle organizzazioni

Le forme in cui la Divine Society ha trovato espressione sono molteplici così come i servizi che è stata ed è in grado di offrire. Il segreto di Sivananda fu quello di assecondare le naturali inclinazioni degli studenti e metterle al servizio della disseminazione della conoscenza. Naquero così un museo dello Yoga, un film sullo Yoga, uno studio fotografico, un’editoria, un’organizzazione medica e molto altro. L’Annakshetra di Sivananda, detta anche Annapurna48 Annakshetra provvede ogni giorno al nutrimento di sadhu, sannyasin, pellegrini e visitatori, attraverso la libera e gratuita distribuzione di cibo. La cucina che alla sua apertura provvedeva a poche persone è oggi sostegno per oltre 100 studenti, 100 visitatori residenti, 100 pellegrini e tutti i lavoratori dell’ashram! È l’esempio vivente di quella generosità e amore per il servizio che fu sempre caratteristica del suo fondatore49. Nel 1943 venne fondato poi il Sri Viswanath Mandir, un tempio con un nome legato alla tradizione indù, ma in realtà punto di raccolta di tutte le Fedi. Il luogo divenne un centro di grande culto e in molti fra i malati hanno ottenuto salute, prosperità o veri e propri miracoli grazie alle preghiere recitate con profonda devozione al suo interno.
Il servizio che accompagnò tutta l’esistenza di Sivananda portò alla nascita, nel 1945, della Sivananda Ayurvedic Pharmacy (ancora oggi particolarmente famosa50) con lo scopo di provedere alle necessità mediche dei malati con preparati ayurvedici ottenuti dalle erbe dell’Himalaya. Il maestro di Rishikesh credeva nella necessità di rendere disponibili diversi approcci di cura della malattia, diverse possibilità per persone differenti.
Nello stesso anno Sivananda portò anche a realizzazione l’All World Religions Federation, una riunione di tutte le religioni nel rispetto delle singole identità; fondamento della federazione era il riconoscimento di un comune piano di azione nel quale entrano in gioco tutti gli aspetti che i diversi sentieri spirituali condividono. Sivananda, in tal modo, diede forma non solo alla sua profonda convinzione dell’universalità della Verità, ma anche all’idea, base del suo insegnamento, che ognuno possa praticare una vita spirituale, la Vita Divina, seguendo qualsiasi religione desideri.
Il 1947 vide anche la nascita di un’altra organizzazione il cui scopo era unire e promuovere l’opera di luce di tutti gli uomini e donne di rinuncia del mondo: la All World Sadhu Federation. Anche in questo caso, come attraverso il suo esempio, Sivananda si rifà ad una concezione di sadhu non rigida o vincolata alle norme di consuetudine che lo circondavano. Egli riafferma il valore originario, profondo e universale di sadhu come uomo santo, un trasformatore del mondo, colui che è in grado di modificare la corrente spirituale dell’intero pianeta attraverso il suo lavoro. Si tratta quindi di qualcuno che non ha scelto la separazione, ma la comunione totale con l’esistenza tutta, attraverso l’identificazione con ogni cosa e persona. In tal senso egli stesso può essere considerato, grazie al suo instancabile lavoro, il sadhu per eccellenza, un modello per la federazione.
Sempre nel 1947 si procedette alla costruzione di nuove sedi fisiche della Società; una fra queste venne occupata dalla Yoga-Vedanta Forest Academy, la cui apertura effettiva avvenne nel 1948 allo scopo di fornire un’organizzata e permanente istruzione spirituale a tutti i sadhaka residenti attraverso l’aiuto di qualificati insegnanti.

Nel settembre 1950 Swami Sivananda intraprende un tour di due mesi che toccherà l’India intera e l’odierno Sri Lanka (All-India and Ceylon Tour) aprendo così una dinamica Missione di Disseminazione della Conoscenza. In migliaia accorsero ad ascoltarlo; ovunque andasse l’amore della gente lo accoglieva. Sivananda descrisse nella sua autobiografia quei momenti come una vera e propria manifestazione del Divino: “Dio venne a me nella sua Virat-Swarupa, nella forma di moltitudine di devoti, desiderosi di ascoltare i principi della vita divina”51.
Il tour lo condusse a visitare tutte le città più importanti, ma anche i piccoli villaggi e paesi; parlò nelle scuole, nelle università, nelle sale conferenze, alla stazione degli autobus e dei treni, ovunque fosse possibile; il suo motto era: “Insegna qui e ora ovunque ti trovi”52. I tragitti in treno erano un occasione per dare dimostrazioni pratiche ai passeggeri interessati, ogni luogo era adatto alla condivisione della conoscenza. Sivananda parlava di Yoga, Bhakti, Vedanta, della necessità di una cultura etica e di una vera educazione; dava lezioni pratiche per la sadhana spirituale, cantava, pregava, danzava, distribuiva gratuitamente materiale medico, volantini e libri. Ovunque si trovasse generava una potente corrente spirituale che gli veniva restituita, di riflesso, dalla sincera e calorosa devozione delle masse. Egli era solito cantare la Song of Instructions53, “la Canzone delle Istruzioni”, ovunque si radunasse un gruppo di persone attorno a lui:

Radhe Govinda Bhajo Radhe Govinda
Radhe Govinda Bhajo Sita Govinda
Hari bolo, bolo bhai Radhe Govinda
Hare Krishna Hare Ram Radhe Govinda
Alzati alle 4 del mattino Brahmamuhurta
Alzati alle 4 del mattino Japo Ram Ram
Alzati alle 4 del mattino fai Brahma Vichar
Alzati alle 4 del mattino domandati “Chi sono?”

Alzati alle 4 del mattino pratica Yogabhyas
Osserva Mauna ogni giorno per due ore
Digiuna durante Ekadasi, prendi latte e frutta
Studia quotidianamente un capitolo della Gita
Fai carità regolarmente, devolvi un decimo dei tuoi introiti
Fai affidamento su te stesso, abbandona l’uso della servitù,
Canta Kirtan durante la sera, abbi Satsanga
Di la verità ad ogni costo, conserva Veerya
Satyam Vada, Dharmam Chara, osserva Brahmacharya
Ahimsa Paramo Dharma, ama uno e tutti.
Non offendere mai i sentimenti di un’altra persona, sii gentile con tutti
Controlla la rabbia, sviluppa l’amore divino
Tieni quotidianamente un diario spirituale, la tua evoluzione sarà veloce.
(Hare Krishna Hare Ram…)

Nel settembre 1951 l’attività di stampa dei libri di Sivananda passa alla Società attraverso la fondazione della Yoga-Vedanta Forest Academy Press.
Nel 1953 Sivananda organizza presso l’ashram The World Parliament of Religions. Il Parlamento delle Religioni riuscì a raccogliere un numero incredibile di rappresentanti religiosi che si riunirono a Rishikesh per ascoltarsi vicendevolmente e sostenere il messaggio dell’Unità Cosmica, la necessità della religione nella vita dell’uomo e il rispetto delle fedi altrui54.
Nel corso degli anni il piccolo dispensario fondato all’inizio della permanenza a Rishikesh, grazie alla progressiva raccolta di strumentazione medica avanzata e al paziente lavoro di medici specializzati nei più disparati settori, divenne un ospedale a tutti gli effetti. Il Sivananda Eye Hospital venne aperto nel dicembre 1957 ed è ancora oggi un attivissimo centro di cura per i tanti pellegrini, poveri, yogi e santoni della zona.
Nel 1958 venne fondato il Sivananda Literature Research Institute, oggi strumento di studio dei molti studenti dell’ashram; l’istituto si occupò sin dall’apertura della traduzione e pubblicazione in tutte le lingue regionali dell’India dell’intero materiale letterario del maestro. È uno degli esempi di Jnana Dana, dono di conoscenza, a dimostrazione che per Sivananda la cosa più importante era il servizio culturale.